Un’analisi di Pil, consumi, forze lavoro, numerosità delle imprese e andamento degli indicatori di povertà assoluta, a partire dall’elaborazione dei dati Istat, per capire come è cambiata l’economia delle regioni italiane prima e dopo la crisi e quali sono le prospettive di crescita. Questo l’obiettivo del rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio presentato pochi giorni fa (13 settembre u.s.) a Roma presso la sede nazionale della Confederazione.

I dati mostrano che la ripresa economica avviata negli ultimi anni, e confermata dai recenti dati sul Pil e dal positivo clima di fiducia di famiglie ed imprese, non si è ancora del tutto consolidata nel panorama nazionale, anche se alcuni territori mostrano maggiori spunti di vivacità. Tra questi spicca l’Emilia Romagna, che tra il 2014 e il 2017 presenta una variazione percentuale media annua del PIL del +0,7%, associata ad un aumento dei consumi pro-capite dell’1,1%, con valori assoluti dei consumi quasi agli stessi livelli pre-crisi. La nostra regione presenta dinamiche positive anche in termini di lavoro e occupazione: in base all’analisi, nel periodo 2013-2017 le Unità di lavoro sono aumentate di 106.000 unità, tra i risultati migliori nel panorama nazionale, sforando anche in questo caso i livelli pre-crisi.

“In questi ultimi due anni in particolare – commenta il Presidente di Confcommercio Emilia Romagna Enrico Postacchini – si è innescata nella nostra regione una dinamica di ripresa che sta dando buoni risultati, grazie anche allo sforzo congiunto dei privati e del pubblico con la condivisione di obiettivi e priorità all’interno del Patto per il Lavoro, di cui siamo firmatari e attuatori. E’ importante continuare su questa strada e creare le condizioni perché anche le PMI del Commercio, del Turismo e dei Servizi, così come la grande industria, aggancino in maniera stabile la ripresa, partendo dai risultati positivi dei comparti del turismo, dei servizi ricettivi e della ristorazione”.

Dall’indagine Confcommercio emergono segnali incoraggianti per l’Emilia Romagna anche per il prossimo triennio, con stime di crescita per tutti gli indicatori considerati, dal PIL pro capite, ai consumi, alle Unità di lavoro; per queste ultime si prevede un incremento di oltre 5 punti percentuali tra il 2017 e il 2019.

“Siamo di fronte a stime senza dubbio positive – aggiunge il Presidente Postacchini – che per concretizzarsi richiedono di proseguire nel sostegno all’innovazione delle Pmi del Terziario, con un’attenzione particolare a quei comparti che mostrano segnali di sofferenza. Penso soprattutto al commercio al dettaglio, che continua a subire i contraccolpi dovuti alla crisi e al cambiamento dei comportamenti di acquisto, con il calo progressivo del numero di imprese. Una vera ripresa non può e non deve lasciare indietro il Commercio, un settore portante della nostra economia territoriale, che proprio per questo richiede politiche mirate di incentivazione e rilancio, dal livello nazionale fino a quelli regionale e locale, per ridisegnare un futuro di crescita e di sviluppo”.