Una storia di campioni, di persone e di luoghi lunga 100 anni. Taglia il traguardo del secolo il Giro dell’Emilia che il 30 settembre vedrà 192 ciclisti provenienti oltre che da tutta Europa, da America, Asia e Oceania, gareggiare per più di 200 chilometri lungo un percorso che si snoda nel bolognese tra rampe famose, come quella di San Luca, luoghi simbolo come Monte Sole e legati alla cultura, come il Mausoleo Marconi e la Rocchetta Mattei. Una ricorrenza importante che si unisce, in un’unica festa, a quella della Polizia stradale, di cui ricorre quest’anno il 70esimo dall’istituzione: un Corpo importante per il ciclismo italiano a garanzia della sicurezza di atleti e spettatori. Inoltre, sempre il 30 settembre prenderà il via, per il quarto anno, anche la competizione femminile, l’Internazionale donne élite, con 128 atlete iscritte e provenienti da nove Paesi tra Europa, America e Africa.  

Il Giro dell’Emilia è stato presentato oggi nella sede della Regione Emilia-Romagna dal presidente, Stefano Bonaccini, insieme al patron della corsa, Adriano Amici (presidente Gruppo sportivo Emilia), Renato Di Rocco (Presidente Federazione ciclistica italiana), Roberto Sgalla (responsabile della Commissione nazionale direttori di corsa e sicurezza), Enzo Ghigo (presidente Lega ciclismo professionistico) e alla presenza di Piera Romagnosi (dirigente compartimento Polizia stradale per l’Emilia-Romagna).

“I cento anni del Giro dell’Emilia sono un traguardo fantastico per una corsa carica di storia e uno sport, il ciclismo, profondamente radicato nel territorio- ha affermato Bonaccini-. Siamo orgogliosi di ospitare questo evento che, tramite la Lega ciclismo professionistico, allungherà il suo percorso oltre i 200 chilometri permettendo così di includere nuove località dell’Emilia da scoprire. Lo sport, la pratica sportiva, sono importanti non solo dal punto di vista dei corretti stili di vita a sostegno della salute e del benessere delle persone, ma rappresentano anche elemento di coesione sociale: nella nostra regione sono oltre 800mila gli iscritti a enti di promozione sportiva, quasi 370mila gli atleti aderenti alle federazioni e circa 3 milioni i praticanti, una media superiore a quella nazionale. Numeri possibili grazie anche alla disponibilità di strutture adeguate e diffuse in modo capillare in tutta la regione e che sosterremo con un bando da 20 milioni di euro per l’impiantistica e gli spazi sportivi. Ma lo sport ha anche una valenza turistica, grazie ai grandi eventi come, per restare al ciclismo, questo Giro, il Giro d’Italia under 23, che insieme a Di Rocco e Cassani abbiamo fatto ripartire qui in Emilia-Romagna, e alle due tappe del Giro d’Italia professionisti che abbiamo ospitato sempre quest’anno. Sono eventi- ha chiuso il presidente della Regione- che richiedono professionalità e organizzazione e voglio ringraziare, oltre al Gruppo sportivo Emilia, la Federazione ciclistica italiana e la Lega professionisti, e la Polizia stradale e le forze dell’ordine per l’insostituibile compito volto a garantire sicurezza, soccorso e protezione a chi viaggia sulle nostre strade”. 

Il Giro dell’Emilia
Nato nel 1909 e interrotto negli anni della guerra, il Giro vanta un prestigioso albo d’oro che va da Costante Girardengo (cinque volte vincitore, massimo risultato per il Giro negli anni 1918, 1919, 1921, 1922 e 1925) a Fausto Coppi (incoronato tre volte nel 1941, 1947 e 1948) a Gino Bartali (autore di una doppietta nel 1952 e 1953) all’emiliano-romagnolo Ercole Baldini (primo nel 1959), dal ‘cannibale’ Eddy Merckx (primo nel 1972), a Francesco Moser (1974), fino ai campioni più recenti quali Baronchelli (1980), Cipollini (1983), Bugno (1992), Fondriest (1993) e Davide Cassani (1990, 1991 e 1995), attuale ct della nazionale di ciclismo./