Il volo con direzione Kabul è partito in questi giorni dall’aeroporto Marconi di Bologna carico di 1.500 flaconi: 1 milione e mezzo di unità eccedenti di Fattore VIII utili per il trattamento dell’emofilia e di altre malattie emorragiche congenite. Un aiuto che permetterà di curare i 300 bambini assistiti nel nuovo Centro pediatrico “Indira Gandhi”.

La Regione Emilia-Romagna ha risposto così alla richiesta arrivata dal Governo afghano al Ministero della Salute. “Siamo davvero contenti di poter aiutare i bambini di questo ospedale- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Molti pazienti con emofilia a livello mondiale non ricevono cure adeguate perché i loro Paesi non dispongono di sufficienti quantità di questi farmaci salvavita. L’emofilia- spiega Venturi- è provocata dalla mancanza o scarsità di fattori di coagulazione: grazie ai nostri donatori di sangue noi abbiamo eccedenze di Fattore VIII, un derivato del plasma che favorisce la coagulazione, e possiamo così aiutare i Paesi che ne sono carenti. Ancora una volta- chiude l’assessore- l’Emilia-Romagna è in prima linea, quando si parla di solidarietà”.

L’Emilia-Romagna, che con il Centro regionale sangue è impegnata dal 2009 in progetti nazionali per fornire Fattore VIII a Paesi carenti, il 31 dicembre 2016 aveva in eccedenza 13.755 flaconi da 1.000 unità di Fattore VIII: ben oltre, quindi, il fabbisogno regionale per la cura dei propri pazienti.

I 1.500 flaconi inviati ora a Kabul serviranno non solo a gestire gli episodi acuti di emorragie e i casi di emergenza, ma anche a potenziare l’attività chirurgica del Centro pediatrico “Indira Gandhi”, la cui attività è crescita molto negli ultimi anni: dal 2012 il numero di bambini seguiti è aumentato di dieci volte (provengono anche da aree geografiche a notevole distanza da Kabul, per esempio da Herat, che dista 814 chilometri, e da Farah, lontana 947 chilometri).
L’invio da parte della Regione si inserisce in un obiettivo più ampio, promosso a medio-lungo termine dal Centro nazionale sangue, che punta a potenziare la struttura di Kabul e a favorire la nascita di strutture periferiche per facilitare l’accesso alle cure dei pazienti emofilici.