Sono 23 le persone per cui la Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per le proteste del collettivo Cua contro il cosiddetto ‘caro mensa’, lo scorso autunno. Nell’atto si contestano a vario titolo reati di piazza per i tafferugli e anche, a 17 attivisti, la tentata estorsione: tra il 18 e il 19 ottobre avrebbero costretto addetti della mensa universitaria ad attuare la riduzione del prezzo dei pasti, da 5,8 euro a 3, minacciandoli di bloccare l’accesso alla mensa e poi di fatto bloccandolo. I rappresentanti della società però si erano rifiutati e avevano chiamato le forze dell’ordine. Questa impostazione non fu però riconosciuta dal Gip che a marzo dispose per altri reati l’applicazione di misure cautelari per 4 attivisti, obblighi di firma e un divieto di dimora, nel frattempo revocati.