La Regione Emilia-Romagna è al lavoro per trovare una soluzione al problema della stabilizzazione dei ricercatori precari degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), che sono tre a livello regionale: due a Bologna, all’Istituto Rizzoli e alle Neuroscienze dell’ospedale Bellaria, e uno all’Oncologico dell’Arcispedale Sant’Anna di Reggio Emilia.
L’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, ha incontrato oggi una delegazione dei ricercatori degli Ircss del Rizzoli e del Bellaria, che condivideranno i contenuti del faccia a faccia con i colleghi di Reggio Emilia, alla vigilia della mobilitazione nazionale che domattina vedrà presìdi dei ricercatori anche nel capoluogo regionale (sono in 3.500 a rischiare di restare senza lavoro in Italia a partire dal prossimo gennaio).

Avvalendosi di esperti e giuslavoristi, la Regione sta studiando il modo di stabilizzare direttamente i ricercatori attraverso il Sistema sanitario regionale, pur in assenza di una figura di ruolo corrispettiva nel comparto sanitario pubblico, uno degli elementi che stanno rendendo difficile una soluzione strutturale a livello nazionale insieme all’esigenza di copertura economica. Si tratterebbe quindi di una strada percorribile solo a livello regionale, a beneficio dei ricercatori impiegati nei tre Irccs dell’Emilia-Romagna.

“E’ capitato però più volte che i nostri provvedimenti facciano da apripista a livello nazionale- afferma l’assessore Venturi-, è quindi auspicabile, qualora riuscissimo a definire uno strumento applicabile, che il nostro possa essere un modello risolutivo anche per il resto del Paese. Le ragioni dei ricercatori sono infatti del tutto condivisibili- sottolinea Venturi-, stiamo parlando di persone impegnate su progetti di grande importanza, al lavoro ormai da anni e con il diritto di poter stabilizzare le proprie vite e aspirazioni, avendo un presente e un futuro. Mi sono quindi impegnato con loro intanto a parlarne col ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, giovedì in Conferenza Stato-Regioni, e a incontrarli nuovamente nel giro di massimo due settimane per sottoporre loro alcune proposte risolutive, valide in Emilia-Romagna- chiude l’assessore- ma che possano almeno fare da ponte, allungando i tempi, fino a una soluzione nazionale, per stabilizzare i ricercatori precari degli Irccs di tutta Italia, come giusto che sia”.