Pur esprimendo soddisfazione per il termine degli ammortizzatori sociali in Maserati, che hanno però messo a dura prova in questi anni il reddito dei lavoratori, la Fiom/Cgil di Modena sottolinea che ancora una volta la Rsa Fiom non ha potuto confrontarsi con l’impresa in quanto non convocata al tavolo tra azienda e sindacati, a cui sono stati ammessi solo i firmatari del CCSL 2010.

A differenza di quanto sostiene il segretario Fim/Cisl Giorgio Uriti, l’utilizzo del contratto di solidarietà non è stato affatto distribuito in modo equo tra i 220 dipendenti in produzione, in quanto decine di lavoratori Maserati hanno subito il CdS più di altri, essendo stati sospesi più ore lavorative, e questo nel silenzio assordante dei sindacati firmatari.

La Fiom/Cgil, come sempre, continua a pensare che sino a quando Maserati non renderà pubblico se e quale nuovo modello di auto continuerà a produrre a Modena al termine dei modelli in scadenza, non potrà esserci vera soddisfazione, poiché solo in quel momento, con la saturazione degli impianti e la piena occupazione degli attuali quasi 300 operai, si potrà dire salvo il sito produttivo modenese.

Ricordiamo a Uriti che oggi nel perimetro dello stabilimento Maserati lavorano circa una cinquantina di operai in meno di quelli che erano occupati prima dell’inizio del contratto di solidarietà.

Sono però contento che le parole dei “profeti di sventura” come Uriti ha definito la Fiom/Cgil, abbiano svegliato anche la Fim/Cisl, in quanto solo oggi, dopo tanto tempo, afferma che l’obbiettivo primario è quello di avere un nuovo modello. Meglio tardi che mai! La Fiom/Cgil è almeno due anni che sostiene questa necessità.