Un semplice prelievo di saliva per scoprire il virus dell’epatite C e intervenire per tempo. L’HCV TEST DAY che si è svolto sabato 27 maggio presso l’Informagiovani Piazza Grande – organizzato in collaborazione con l’Associazione EpaC Onlus e il supporto incondizionato di AbbVie – ha visto una notevole affluenza di modenesi che avevano il dubbio di essere venuti a contatto con il virus HCV.

Il personale sanitario del Policlinico di Modena e dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha effettuato 150 test della saliva in 3 ore e ha offerto a tutti consigli utili salva-fegato. Alcune persone sono risultate positive al test ma ignoravano di aver contratto l’infezione.

È possibile stimare che in Emilia-Romagna le persone infette da virus dell’epatite C siano tra le 100.000 e le 130.000 e che di queste solo 30.000 – 40.000 sappiano di esserlo.

“L’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce appare decisiva e ha ispirato l’iniziativa HCV Test Day – afferma la Prof.ssa Cristina Mussini, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, AOU Policlinico di Modena, UNIMORE – La conoscenza precoce dell’eventuale positività, infatti, costituisce la premessa di una cura altrettanto tempestiva, che consentirà di evitare la progressione dell’infezione da HCV verso gravi patologie del fegato con un radicale miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita futura.”

“Ad oggi questa malattia rappresenta un problema sanitario di livello nazionale, non dimentichiamo infatti che l’infezione da HCV è la causa più importante di epatopatia – afferma il Prof. Antonello Pietrangelo, SC di Medicina Interna II, AOU Policlinico di Modena, UNIMORE – Si rende quindi necessario informare correttamente la popolazione sull’importanza della prevenzione, sui corretti stili di vita e sulle nuove opzioni terapeutiche capaci di eradicare la infezione”.

“Negli ultimi anni sono stati fatti progressi eccezionali in tema di epatite C, le prospettive di cura sono sempre migliori e la disponibilità di nuovi trattamenti in grado di guarire rapidamente e definitivamente i pazienti è una rivoluzione che capita raramente ad un medico nel corso della propria carriera – dichiara la Prof.ssa Erica Villa, SC di Gastroenterologia, AOU Policlinico di Modena, UNIMORE – La regione oggi ha una prevalenza medio-alta della patologia ma il suo modello gestionale dimostra che l’Epatite C in Emilia-Romagna si può curare e non fa più paura”.

Il virus dell’HCV si trasmette principalmente attraverso il sangue. Oggi le trasfusioni sono sicure, mentre rimane possibile la trasmissione causata dallo scambio di aghi e siringhe per l’uso di droga endovena, la trasmissione causata da alcuni strumenti medici non sterilizzati correttamente, la trasmissione sessuale ed alcuni trattamenti estetici come il tatuaggio, il piercing, la manicure ma anche il laser o i filler. Possono essere a rischio di esposizione anche i familiari di persone con epatite C e il personale sanitario.