Con ricavi delle vendite e delle prestazioni a quota 1,4 miliardi di euro – circa 40 milioni in più del 2015 – e un patrimonio netto di 642 milioni di euro, SACMI chiude per il terzo anno consecutivo uno dei Bilanci migliori nella storia della Cooperativa. È quanto emerge dall’Assemblea dei Soci di venerdì 19 maggio, che si è tenuta nella cornice del nuovo Auditorium di SACMI Imola.

“Come la casa madre, SACMI Imola, così il consolidato del Gruppo – sottolinea il presidente, Paolo Mongardi – chiude decisamente meglio sia delle ipotesi di budget sia dell’anno precedente, con un fatturato in crescita e un risultato netto consolidato, incrementato rispetto al 2015, che si ferma a circa 36 milioni di euro”.

A fare da traino, le ottime performance delle Divisioni Ceramics e Closures & Containers. La prima – che rappresenta circa il 70% dei volumi realizzati da SACMI Imola – ha nel 2016 ulteriormente consolidato il percorso di crescita intrapreso negli anni precedenti, “con un risultato particolarmente positivo – spiega Mongardi – sul mercato italiano ed europeo, segno dell’alta propensione agli investimenti delle nostre imprese e della scelta di SACMI, rivelatasi ancora una volta premiante, di continuare a puntare sull’innovazione di prodotto, sull’efficienza ed automazione impiantistica”.

Di particolare rilievo, nel 2016, i progetti sviluppati da SACMI nella direzione di Industry 4.0, orizzonte di riferimento trasversale a tutte le Divisioni e i Business della Cooperativa. Accanto al Ceramics – dove al successo della linea CONTINUA+ e dei nuovi forni EKO si sono affiancati i sistemi, sviluppati con Toyota Handling Italia, per la movimentazione e lo stoccaggio delle grandi lastre – le recenti linee di sviluppo SACMI nel settore Beverage che realizzano l’integrazione totale della linea di produzione, dalla capsula alla preforma, fino a riempimento, etichettaggio, packaging secondario.

“Nel 2016 – osserva il presidente di SACMI – l’Italia si conferma come mercato principale per tutto il Gruppo, con oltre 200 milioni di fatturato – pari a circa il 15% dei volumi complessivi – e incrementando il proprio peso specifico sia in termini assoluti sia rispetto all’alto contenuto di innovazione della maggior parte dei progetti. Segno che l’Italia e più in generale l’Europa, a partire da un mercato di presenza storica del Gruppo come la Spegna, hanno ripreso ad investire in maniera massiccia nel settore”.

Risultati positivi che si riflettono anche sull’occupazione, che raggiunge quota 4.247 persone a livello di Gruppo (quasi 70 in più rispetto all’anno scorso), oltre 2.900 nei soli stabilimenti italiani, un risultato non scontato per un Gruppo industriale che continua a realizzare ben l’85% dei volumi all’estero.

Di particolare rilievo in ambito Packaging-Beverage, nel 2016, il successo della nuova gamma di etichettatrici KUBE, prodotta in SACMI Verona, ma anche l’acquisizione di Defranceschi Italia, un’operazione “di grande valore strategico ed anche etico – osserva il presidente di SACMI – avendo rilevato a tempo di record un’azienda dal fallimento e consentito quindi di mantenere un patrimonio di competenze e know how propri del nostro territorio”.

Acquisizioni, inaugurazione di nuove sedi – come quella di Gaiotto a Piacenza, accanto al polo universitario, e di Cosmec a Verona, punto di riferimento della Business Unit SACMI Heavy Clay, ma anche la nuova filiale SACMI in Tennessee, negli USA, a supporto degli investimenti effettuati nell’area da primarie aziende italiane del Ceramics – si affiancano ad un ruolo crescente, all’interno del Gruppo, delle “società di servizio”, da trasporti e logistica (Italiansped) ai servizi di supporto alla produzione (Protesa), fino ai servizi informatici e amministrativi.

Da citare infine gli investimenti di Carle&Montanari, società SACMI di riferimento per il settore Food, che, dal tradizionale business del cioccolato, ha esteso il proprio raggio d’azione al mondo bakery e biscotto.

Tra le prossime sfide, conclude il presidente, Paolo Mongardi, un ulteriore riassetto organizzativo interno che parta “dalla valorizzazione dei giovani, da inserire nei ruoli chiave delle aziende del Gruppo. Solo così potremo proiettare la nostra Cooperativa nel futuro, per quello che vuole continuare ad essere un Gruppo intergenerazionale di respiro mondiale”.