Famiglie numerose in difficoltà, adolescenti che vivono situazioni di disagio, anziani soli, persone in condizioni di povertà estrema; ma anche vittime di maltrattamento e abbandono, detenuti, cittadini stranieri. Guarda ai più fragili il Fondo sociale regionale, di cui oggi la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha approvato il piano per il 2017 e la ripartizione delle risorse. Mettendo in campo oltre 36 milioni di euro per garantire il sostegno ai servizi sociali e socio-sanitari su tutto il territorio, di cui 21,4 milioni di fondi regionali e 15,1 di fondi statali.

Buona parte delle risorse regionali (18,2 milioni) sono destinate ai Comuni e alle Unioni di Comuni per gestire, attraverso il Fondo sociale locale, azioni e interventi di assistenza ai soggetti più fragili e vulnerabili. La rimanente parte (3,2 milioni) è invece destinata ai soggetti pubblici (associazioni ed enti) che realizzano progetti da tempo consolidati nell’ambito di quattro specifiche aree: lotta contro la tratta di esseri umani, sostegno alle famiglie, trasporto di anziani e disabili, miglioramento delle condizioni di vita in carcere e reinserimento sociale degli ex detenuti.

In particolare, i fondi destinati a Comuni e Unioni sono così ripartiti: provincia di Piacenza 1 milione 190 mila euro; provincia di Parma 1 milione 851 mila; provincia di Reggio Emilia 2 milioni 197 mila; provincia di Modena 2 milioni 926 mila; provincia di Bologna 4 milioni 164 mila; provincia di Ferrara 1 milione 420 mila; provincia di Ravenna 1 milione 572 mila; provincia di Forlì-Cesena 1 milione 618 mila; provincia di Rimini 1 milione 336 mila. Fondi a cui si sommano quelli statali, già programmati nel 2016 e ora disponibili per Comuni e Unioni.

I progetti in campo
Le risorse destinate a Comuni ed Unioni finanzieranno progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, che si rivolgono principalmente a persone senza fissa dimora, anziani soli e famiglie numerose a bassissimo reddito. Soggetti, quindi,che necessitano di risposte ad esigenze primarie, quali l’accoglienza notturna e diurna, la fornitura di pasti, beni di prima necessità e dei servizi di igiene personale.

Altre azioni riguardano poi il benessere e la tutela dei bambini e degli adolescenti, con interventi specifici di sostegno alle famiglie con problemi socio-sanitari complessi di incuria, maltrattamento, abbandono e violenza.

Nella programmazione sono comprese, inoltre, le iniziative per gli adolescenti finalizzate a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, il bullismo e il cyberbullismo, le dipendenze patologiche da abuso di alcol, stupefacenti e gioco d’azzardo.

Con i fondi ad essi destinati, i Comuni e le loro Unioni potranno infine realizzare interventi di integrazione sociale dei cittadini di origine straniera, in particolare donne sole, minori non accompagnati, vittime di tratta. Tra i più richiesti, i corsi di lingua italiana, la mediazione interculturale, l’orientamento ai servizi del territorio e la conoscenza della normativa regionale e nazionale.

Le altre risorse del Fondo sociale sono invece destinate a finanziare progetti da tempo consolidati realizzati a livello regionale da enti pubblici e associazioni. In particolare il Progetto Oltre la Strada, che da anni offre assistenza e integrazione sociale alle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù. I programmi di miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e del loro reinserimento sociale e lavorativorealizzati nei comuni sede di carcere (Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Forlì, Ravenna e Rimini). In primo piano anche l’impegno per rafforzare la rete dei Centri per le famiglie, che sostengono e promuovonoil benessere dei nuclei familiari, specialmente quelli con la presenza di minori. Altre iniziative sono finalizzate a facilitare il trasporto pubblico da parte di anziani, disabili e famiglie a basso reddito con più di quattro figli e a realizzare attività di comunicazione, studio, ricerca e formazione su temi rilevanti di carattere sociale, socio-educativo e socio-sanitario.