Sabato 13 maggio 2017, alle ore 10, al cinema comunale Rosebud di Reggio Emilia (via Medaglie d’oro della Resistenza 6) vengono presentati i risultati dell’indagine ‘Sessualità e disabilità’, promossa da Farmacie comunali riunite, Ausl Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, insieme alle fondazioni ‘Dopo di noi’ di Correggio e ‘Durante e dopo di noi’ di Reggio Emilia e le associazioni ‘Sostegno e zucchero’ e ‘Anemos’. La ricerca è stata realizzata nell’ambito delle attività del progetto ‘Reggio Emilia Città senza barriere’.

740 persone in 6 settimane: 335 operatori, 182 familiari e 223 persone con disabilità. È questo il numero di persone che hanno partecipato alla ricerca sulla sessualità intesa in senso ampio (prevenzione, salute e benessere, affettività, relazioni sentimentali, sesso) promossa alla fine del 2016 sul territorio provinciale reggiano.

La ricerca fa parte di un progetto più ampio che mira a sensibilizzare i cittadini sulla situazione e a tentare di dare risposte a chi vive uno stato di preoccupazione o disagio. Tutte queste persone che, con la garanzia dell’anonimato, hanno accettato di rispondere a domande difficili e private, raccontando le loro storie, i problemi quotidiani e i desideri relativi all’amore, alle relazioni e alla vita sessuale di loro stessi (se persone con disabilità), dei propri cari o dei propri utenti (se familiari o operatori), potranno ora conoscere i risultati dell’indagine che sono stati analizzati e raccolti in una fotografia della situazione descritta dalle loro numerose voci, ricca di testimonianze toccanti, di coraggio e di spunti interessanti.

“Oggi ci sembra quasi impossibile pensare alla sessualità come a qualcosa di cui non si può parlare: tutti ne parlano, viene esposta, praticata, esibita – dice la presidente di Fcr Annalisa Rabitti – In una famiglia in cui c’è una persona con disabilità questo al contrario è un argomento difficile, poco affrontato. Spesso negato. Questa ricerca è fatta di numeri e percentuali, ma questi numeri sono vivi, pieni di significati: sono dati che ci hanno consegnato 740  persone che hanno deciso di prendere in mano una matita o una tastiera, e scrivere di se stessi, di un proprio figlio o figlia. E lo hanno fatto aggiungendo frasi, commenti, raccontando episodi, decidendo di svelare delle parti di sè complesse e imbarazzanti.  Io ringrazio queste donne e questi uomini, queste madri e questi padri,  per la ricchezza del loro contributo. Ora tocca a noi istituzioni ascoltare”.