“Oggi, così come ieri, anche se sembra difficile, incerto e lontano, il futuro è prima di tutto nelle nostre mani. E lo affronteremo partendo dagli ideali e valori dei partigiani”. Così il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha concluso in piazza Grande la manifestazione di sabato 22 aprile per la Liberazione, aperta da un intervento di Francesco Martinelli, presidente della Consulta provinciale studenti.

Dopo aver ricordato il sacrificio di partigiani e forze alleate che “ci hanno restituito pace e democrazia”, Muzzarelli ha ribadito come la festa per la Liberazione di 72 anni fa, sia un giornata “di memoria, di gratitudine e di impegno”, a partire dalla Medaglia d’oro al valor militare della Resistenza conferita alla città. “Quella medaglia – ha detto il sindaco – significa anche che la nostra città ha un compito speciale: quello di custodire e tramandare, specialmente ai giovani, le idealità ed i valori che animarono le azioni e le scelte di allora e che costituiscono ancora oggi le fondamenta della nostra democrazia. E quando parlo di dovere della memoria – ha proseguito – penso alla storia ancora così recente nei ricordi e nelle ferite di questo territorio. La memoria di cosa fu il fascismo, con l’eliminazione dei partiti e dei sindacati liberi e degli oppositori politici, di ogni forma di libertà politica e culturale, l’alleanza con il nazismo, le leggi razziali, la deportazione degli ebrei e di migliaia di altri innocenti, la memoria di cosa fu la guerra”.

A 72 anni dal giorno che pose fine a dittatura e guerra, Muzzarelli ha ricordato come oggi Modena sia “una città in movimento, con una visione di lungo respiro e investimenti pubblici in forte crescita, in cui comunque dobbiamo lavorare per l’obiettivo della piena occupazione, l’aumento dei salari, il miglioramento del welfare. Siamo una comunità aperta, inclusiva, informata e curiosa: a Modena non abbiamo paura di affrontare le sfide e metterci in gioco perché vogliamo restare in alto, reagendo alle difficoltà. Non ci salva rinchiusi nei fortini e nelle proprie case”.

Muzzarelli ha poi affermato che la memoria “deve farci anche riflettere su un mondo che non sta andando nella direzione che vorremmo” e richiamando i valori dell’Europa unita ha sottolineato come “in questi anni di storia europea comune, abbiamo unito i mercati delle merci, assicurato libera circolazione alle persone (e anche su questo stiamo arretrando), ai servizi e soprattutto ai capitali. Oggi però serve uno scatto in avanti, deciso. La globalizzazione, dentro e fuori l’Unione Europea, non può essere solo quella delle merci, ma anche dei diritti e dei valori. Mai come oggi la democrazia è in tensione: all’Unione Europea, che è e deve essere il nostro primo riferimento, questa piazza e questa città chiedono di non essere sempre e solo fiscale sui parametri, su uno 0,1% in più o in meno, ma di esserlo finalmente sui valori, sui diritti, sulla democrazia”.