Il Comune di Bologna cambia i criteri di convenzionamento con i nidi privati per rendere più accessibili i loro posti alle famiglie in lista d’attesa: la sperimentazione, che sarà in vigore nell’anno educativo 2017-2018, prevede un contributo ai nidi privati autorizzati al funzionamento a patto che applichino una retta il più possibile vicina alla tariffa comunale massima. L’obiettivo è abbattere le rette dei privati e anche le liste d’attesa, venendo così incontro alle possibilità economiche di gran parte delle famiglie escluse dal nido comunale che oggi, a fronte di rette private che arrivano anche a 1.000 euro al mese, non possono permettersi questa alternativa. La novità permetterà di aumentare l’offerta di posti nei nidi di circa 300 posti.

I nuovi criteri di convenzionamento sono stati approvati oggi dalla Giunta comunale su proposta della Vice Sindaco con delega alla scuola, Marilena Pillati, e sono considerati sperimentali: nell’anno educativo che comincerà il prossimo mese di settembre se ne valuterà l’efficacia e, se confermata, il metodo sarà confermato anche negli anni successivi. Nulla cambia invece rispetto ai requisiti di qualità che il Comune di Bologna richiede ai nidi privati per accedere a questo sistema di convenzioni.

Come funziona il sistema oggi e perché cambiano i criteri
Il sistema integrato dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni), riconosciuto dalla legge regionale, comprende, oltre ai nidi a gestione diretta e in concessione, anche i servizi educativi privati (nidi, sezioni primavera e piccoli gruppi educativi) con i quali da oltre 15 anni il Comune è legato da convenzioni che vengono regolate con delibere annuali della Giunta comunale. La qualificazione del sistema integrato è da sempre un obiettivo perseguito dall’amministrazione comunale nei propri documenti di programmazione e di indirizzo per ampliare e arricchire l’offerta e corrispondere così alla domanda sempre molto alta da parte delle famiglie. Intervenire ogni anno con lo strumento delle convenzioni consente di individuare le modalità più efficaci per soddisfare le richieste che arrivano dalla comunità, sulla base delle risorse disponibili.

Mentre per le sezioni primavera e i piccoli gruppi educativi è previsto un sostegno da parte dell’Amministrazione Comunale che consente l’accesso a tariffe calmierate, diverso è lo strumento delle convenzioni utilizzato negli anni scorsi con i gestori dei nidi privati. A Bologna oggi l’offerta di nidi è composta da 48 strutture comunali a gestione diretta più 8 in concessione che offrono ogni anno in tutto circa 3.000 posti a disposizione delle bambine e dei bambini della fascia di età 0-3 anni. A questi si aggiungono 4 nidi aziendali (per i quali sono applicate convenzioni particolari legate proprio alla loro natura, pertanto per queste strutture rimangono valide le regole in essere) e 24 nidi privati convenzionati, oggetto dei nuovi criteri appena approvati. Nei 24 nidi privati convenzionati (che sono autorizzati al funzionamento e che rispondono a ulteriori requisiti di qualità definiti dal Comune in aggiunta alle norme regionali) nell’anno educativo in corso il Comune ha potuto acquistare 190 posti (numero molto limitato, pari a circa il 6% dell’offerta comunale complessiva) a fronte di una capienza di 488. Da tempo la relazione del Comune con i nidi privati avviene attraverso l’acquisto diretto di un numero limitato di posti che varia di anno di anno.

Oggi la situazione è questa: a fronte di una nutrita lista d’attesa composta da famiglie escluse dai nidi comunali, rimangono molti posti vuoti nei nidi privati convenzionati. Questo perché molte famiglie hanno difficoltà ad accedere all’offerta privata a causa dei costi elevati: la tariffa viaggia infatti sui 900-1.000 euro mensili, a fronte di una tariffa massima comunale di 575 euro. La tariffa massima comunale è applicata alle famiglie che superano i 32.000 euro di Isee. Nei nidi comunali oggi circa 125 famiglie hanno un Isee compreso tra i 30.000 e i 50.000 euro, e ben 36 superano i 60.000 euro di Isee. Nella lista d’attesa, che al lordo di coloro che poi hanno trovato soluzioni alternative, era composta a novembre scorso da 686 famiglie, circa 150 di queste hanno un Isee compreso tra 20.000 e 42.000 euro: è il cosiddetto ceto medio che non vive in una situazione economica di povertà ma difficilmente può permettersi il nido privato. Dall’altra parte, anche i nidi privati sono in difficoltà perché non sempre riescono a coprire la propria disponibilità di posti tanto che in passato alcuni hanno chiuso, mentre in città si sono avute anche esperienze di nidi abusivi che funzionavano proprio applicando una tariffa intermedia tra la retta massima applicata dal Comune e quella dei nidi privati convenzionati. Insomma, qualcosa non va. A fronte di molte segnalazioni arrivate all’amministrazione da parte di genitori rimasti esclusi dall’offerta comunale, e analizzando la tipologia di queste famiglie, è stata elaborata la nuova modalità di rapporto con i privati convenzionati.

Come cambiano i criteri delle convenzioni
Nel nuovo impianto approvato dalla Giunta, per facilitare l’accesso ai servizi privati, che sono parte del sistema integrato, da parte dei cittadini, l’amministrazione comunale prevede il riconoscimento di un contributo alle strutture private di 300 euro per ciascun posto fino alla capienza autorizzata, calcolato per un periodo di 11 mesi. Il presupposto per il riconoscimento di questo contributo è che la struttura applichi una tariffa (comprensiva di tutto) la più vicina possibile alle rette applicate nei nidi comunali. I gestori privati, nella propria autonomia organizzativa, hanno due alternative: utilizzare un margine di flessibilità del 15% rispetto alla tariffa comunale massima (cioè arrivare al massimo a circa 660 euro mensili); oppure optare per un margine superiore di flessibilità del 30% rispetto alla tariffa massima comunale (cioè arrivare a circa 748 euro mensili) a condizione che vengano applicate tariffe diversificate rispetto alla capacità economica delle famiglie misurata dall’indicatore Isee. In questo ultimo caso la tariffa minima a tempo pieno non deve superare l’80% della tariffa mensile massima a tempo pieno applicata nei nidi comunali. Le convenzioni riguardano la generalità dei posti offerti dai nidi privati, ma i gestori possono anche riservare dei posti a utenti non residenti a Bologna o che rientrano in altre tipologie (per esempio sulla base di convenzioni con aziende private del territorio): i gestori dovranno quindi comunicare il numero di posti che intendono mettere a disposizione dei bambini residenti nel Comune di Bologna entro la pubblicazione del bando di iscrizione ai nidi. Se il numero poi dovesse cambiare, si ridurrà anche il contributo del Comune.
Per il nuovo sistema convenzionale si stima una spesa complessiva massima di 1.410.000 euro. In più, solo questo primo anno educativo 2017-2018, accanto alla sperimentazione delle nuove modalità di convenzionamento si manterrà una convenzione ulteriore con le condizioni vigenti nell’anno educativo in corso, 2016-2017, e con gli stessi corrispettivi, per garantire la continuità ai bambini piccoli e medi già frequentanti. In particolare, i posti in continuità sono 82 (sui 190 acquistati dal Comune: un centinaio dunque si libererebbe comunque nel prossimo anno educativo), quelli invece interessati dalle convenzioni con il nuovo sistema sono 406: l’aumento della disponibilità nei nidi privati dunque, grazie al nuovo sistema, sarà circa di 300 posti, a fronte di un aumento della spesa per il Comune che a regime, rispetto al vecchio sistema di convenzione, sarà di 250.000 euro all’anno. Una cifra che consentirebbe di acquistare solo una ventina di posti.

Il 19 aprile apre il bando per iscriversi ai nidi d’infanzia
Il nuovo sistema di convenzione con i privati e dunque la possibilità per le famiglie di un’alternativa al nido comunale, nel caso di esclusione, sarà promossa anche nel bando di iscrizione ai nidi d’infanzia per l’anno educativo 2017-2018, che osserverà il nuovo regolamento approvato di recente dal Consiglio comunale di Bologna. Il bando sarà aperto dal 19 aprile all’11 maggio. L’iscrizione sarà possibile esclusivamente in modalità online sul portale Scuole On Line del Comune di Bologna.
Il bando nidi sarà presentato nei Quartieri cittadini secondo il seguente calendario:
· Savena: martedì 18 aprile dalle 17.30 (sede Quartiere, via Faenza 4);
· Porto-Saragozza: mercoledì 19 aprile dalle 17 (Sala Cenerini, via Pietralata 60);
· Navile: mercoledì 19 aprile dalle 17.30 (Sala Masina, via Saliceto 3/20);
· San Donato-San Vitale: mercoledì 19 aprile dalle 17.30 (Sala Consiglio, piazza Spadolini 7);
· Santo Stefano: giovedì 20 aprile dalle 17.30 (Sala Consiglio, via Santo Stefano 119);
· Borgo Panigale-Reno: giovedì 20 aprile dalle 17 (sala Auditorium-Bacchelli, via Galeazza 2).
Durante gli incontri saranno illustrati i nuovi criteri di accesso ai nidi e di formazione delle graduatorie, il nuovo sistema delle convenzioni con i nidi privati e il funzionamento del nido nel suo complesso. Sarà inoltre pubblicato su Iperbole il calendario degli open day di tutte le strutture, pubbliche e priviate convenzionate, per permettere alle famiglie conoscere di persona l’offerta di ciascuna struttura e compiere la scelta del nido con maggiore consapevolezza.
Il bando nidi verrà promosso tra le famiglie con figli da 0 a 3 anni anche grazie a 300 locandine (in italiano, inglese, francese, cinese e arabo) distribuite in vari luoghi frequentati da genitori e bambini.
Uno dei criteri di ordinamento delle domande per la formulazione delle graduatorie di accesso al servizio è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) della famiglia, il cui rilascio è basato sulla Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu). Qualora non sia ancora stata rilasciata l’ISEE, avere sottoscritto la Dsu entro la data di scadenza del bando è sufficiente per la compilazione dell’apposita modulistica per la domanda di accesso al nido. Fin da ora i Centri di Assistenza Fiscale (Caf) sono attivi per il rilascio dell’Isee. E’ necessario che i genitori specifichino che la richiesta è finalizzata all’iscrizione ai nidi d’infanzia.
Per ogni informazione ulteriore è possibile rivolgersi agli Uffici Scuola dei Quartieri di residenza.