Martedì 11 aprile si conclude alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) il ciclo dedicato al tema Città sante. Dimensione urbana e questioni teologiche nella storia delle religioni, ideato dal Centro Studi Religiosi. La conferenza dal titolo Lhasa. La terra degli dèi nel buddhismo tibetano è a cura di Giacomella Orofino, professoressa di Civiltà e religioni indo-tibetane e presidente del Centro di Studi sul Buddhismo presso l’Università di Napoli “L’Orientale”.

È inoltre socio dell’International Association of Buddhist Studies e dell’International Association of Tibetan Studies. Nelle sue ricerche accompagna l’indagine filologica allo studio storico-religioso delle tradizioni indo-tibetane, con particolare attenzione per la religione Bon e le dottrine esoteriche del buddhismo tibetano. Ha curato l’edizione italiana di testi della tradizione buddhista indiana e tibetana (Naropa) e partecipa al progetto internazionale di traduzione del canone buddhista tibetano “Buddhist Literary Heritage Project”. Ha curato la pubblicazione di: Discoveries in Western Tibet and the Western Himalayas (et al., Leiden-Boston 2007); Ponti magici. Buddhismo e letteratura occidentale (et al., Napoli 2009); Psicoanalisi e Buddhismo (Napoli 2012); Elisir mercuriale e immortalità. Capitoli per una storia dell’alchimia nell’antica Eurasia (et al., Pisa-Roma 2015).

L’unificazione culturale del Tibet avvenne grazie all’introduzione della scrittura e del buddhismo. In breve tempo la dinastia regnante divenne così una delle maggiori potenze dell’Asia centrale dal VII al IX secolo d.C.  L’ancora limitato corpus di ritrovamenti archeologici e il grande patrimonio di tradizioni orali che viene tramandato nella letteratura, in modo particolare in quella rituale, permettono la conoscenza della civiltà tibetana arcaica. Le cronache sono ricche di materiali mitologici e narrativi che ci descrivono un mondo dove il potere regale aveva un carattere sacro e al monarca erano attribuite origini divine. Allo stesso modo, le montagne, i fiumi e le acque del sottosuolo erano considerate le dimore degli spiriti protettivi dei luoghi, i quali detenevano un ruolo centrale nella visione del mondo tibetano più antico. Queste credenze hanno lasciato una traccia profonda nella religiosità posteriore. Questo mondo magico-religioso, intessuto di credenze e miti arcaici che affondano le loro radici nelle tradizioni più lontane dello sciamanesimo centrasiatico, fu assorbito in gran parte dal buddhismo. Nel 1642 Gushi Khan, un principe mongolo che aveva sottomesso gran parte dei territori tibetani con le armi, conferì al quinto Dalai Lama la suprema autorità su tutto il paese. Il grande quinto, come venne in seguito chiamato, si insediò a Lhasa, dove stabilì un governo centralizzato che prevedeva la collaborazione bilaterale di gerarchie clericali e di ministri laici. Il suo fu un periodo di grande unificazione e di pace nel Tibet. Venne dato un forte impulso alla costruzione e al restauro di monasteri e di templi. Furono stabiliti i codici medici, matematici, astronomici. Fu data particolare attenzione al sistema di formazione religiosa e artistica, furono fondate scuole di pittura, di artigianato, di medicina. Le biblioteche si riempirono di nuovi trattati di esegesi filosofica, di testi di storiografia, di testi sull’arte, sull’iconometria, sul teatro e sulla musica. Inoltre, come simbolo del suo potere, iniziò la costruzione del grandioso palazzo del Potala sulla cima della collina alta 130 metri detta Marpori (la montagna rossa), dove insediò la sua residenza e la sede del governo.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016.