Con l’approvazione da parte del Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 6 aprile, della Revisione straordinaria delle partecipazioni societarie del Comune di Modena si è avviato il percorso per l’annunciata uscita dell’ente locale da Promo e da Banca Etica, così come per le dimissioni dai consigli di amministrazione delle altre società controllate di tutti i dipendenti comunali, vista l’incompatibilità del loro ruolo, pur svolto a costo zero, con le novità normative introdotte dalla cosiddetta riforma Madia.

Lo stesso Consiglio comunale, però, ha approvato l’ordine del giorno proposto dal Pd che chiede al governo di inserire nel previsto decreto correttivo che dovrà essere adottato dal Consiglio dei ministri sia la possibilità di continuare a mantenere fra gli amministratori delle società controllate anche dipendenti degli enti controllanti in modo da rendere possibile “un oggettivo contenimento dei costi” sia una norma che consenta di mantenere la partecipazione delle amministrazioni pubbliche in Banca Etica, “per l’alto valore politico” che rappresenta, visto che la società ha come scopo “la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito applicando i principi della finanza etica”.

La delibera, illustrata dall’assessora al Bilancio Ludovica Carla Ferrari è stata approvata con i voti del Pd, di Art. 1 –Mdp, del Movimento 5 Stelle e di Per me Modena, con l’astensione di Forza Italia, Cambiamodena e Idea popolo e libertà.

L’ordine del giorno, presentato da Antonio Carpentieri, è stato approvato dal Pd; si sono astenuti Art. 1 –Mdp, M5S e Per me Modena; contrari Forza Italia, Cambiamodena e Idea.

Dopo la razionalizzazione effettuata nel 2015 (con lo scioglimento di Hsst, l’uscita del Comune da Modenamoremio e la vendita delle azioni Bper), per il 2017 nella Revisione straordinaria si conferma la necessità, già prevista nel 2015, di uscire da Promo e da Banca Etica. “Nel primo caso – ha spiegato Ferrari – si tratta di completare un percorso in accordo con la Camera di commercio, mentre per Banca Etica il Consiglio comunale aveva votato un ordine del giorno per mantenere la partecipazione azionaria (775 azioni per un valore di circa 40 mila euro), ma i pronunciamenti della Corte dei conti sulla situazione di altri Comuni sono chiari nell’affermare che questa partecipazione non sia indispensabile al perseguimento delle finalità istituzionali”.

L’ordine del giorno approvato dal Consiglio chiede che prima di avviare la procedura di dismissione si attenda l’emanazione del decreto correttivo, nella speranza, ovviamente, che venga accolta la richiesta avanzata da Modena.

L’assessora Ferrari ha ricordato come lo scorso anno il Comune abbia offerto supporto alle società controllate che dovevano modificare lo statuto sulla base della nuova normativa (Cambiamo, Formodena, Amo), “pur nell’incertezza di un quadro non ancora completamente definito”.

Rispetto alle dimissioni dei dipendenti comunali dai cda, le società interessate sono Cambiamo e Formodena. “Non sarà un passaggio semplice – ha specificato l’assessora – visto che si tratta di incarichi di responsabilità che venivano assolti a costo zero e ora, fino a quando non sarà emanato uno dei decreti attuativi della riforma Madia, i compensi dei nuovi amministratori non potranno superare l’80 per cento di quanto erogato nel 2013… ma l’80 per cento di zero è ovviamente zero. Se non saranno introdotte novità – ha spiegato Ferrari – dovranno essere individuati cittadini disposti ad assumersi queste responsabilità gratuitamente”.

Tra le novità anche la necessità di affidare il controllo contabile a società di revisione. Dovrà essere fatto per Cambiamo e Amo.