Le famiglie in difficoltà, che continuano a patire le conseguenze della crisi economica, i cui membri sono rimasti senza lavoro e rischiano la povertà – ad ora una cinquantina quelle seguite e indicate dai Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia e dalla Caritas diocesana – possono approvvigionarsi gratuitamente di generi alimentari, prodotti per la cura della persona e la pulizia della casa al nuovo Emporio solidale Dora, il primo aperto a Reggio Emilia.

L’Emporio viene inaugurato sabato 8 aprile, negli spazi di Ferrovie Emilia-Romagna (Fer) in viale Trento Trieste 11, un tempo sede di Act e della annessa stazione ferroviaria di Santo Stefano, nel quartiere Gardenia.

Il taglio del nastro è in programma alle 10.30, con un momento di festa aperto a tutta la cittadinanza e gli interventi del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del vicesindaco con delega al Welfare Matteo Sassi, del presidente di DarVoce Umberto Bedogni, di Fabrizio Maccari dirigente di Fer e di Riccardo Faietti, consigliere della Fondazione Manodori.

L’Emporio solidale ‘Dora’ è stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il vicesindaco di Reggio Emilia Matteo Sassi; Federica Severini, responsabile del centro servizi per il volontariato DarVoce; Riccardo Faietti, consigliere della Fondazione Manodori e Umberto Bedogni, presidente di DarVoce.

“L’idea di realizzare un emporio solidale – ha detto il vicesindaco Matteo Sassi – è parte integrante delle linee di mandato di questa Amministrazione e si inserisce in una strategia di lungo respiro, che unisce il tema del contrasto alla crisi economica alla  rigenerazione urbana e alla progettazione partecipata e condivisa di un luogo a oggi non utilizzato. Si tratta di una risposta qualificata che investe nel rapporto con il territorio, e che è stato possibile realizzare grazie alla forte collaborazione istituzionale tra il Comune e diversi soggetti del territorio su una realtà che promuove le relazioni e  la prossimità come presidio sociale di solidarietà e sicurezza urbana”.

“Dora nasce da un percorso di progettazione articolato ed aperto – ha detto Federica Severini – al quale abbiamo lavorato mettendo insieme associazioni già attive nell’ambito della raccolta e della redistribuzione degli alimenti. Più che di un emporio per i beni di prima necessità, si tratta di un ‘supermercato di relazioni’, in cui la partecipazione delle persone, comprese le associazioni e i comitati del quartiere, è fondamentale. Non è il primo caso di esperienza di questo genere in Emilia-Romagna, ci auguriamo di non essere gli ultimi sul nostro territorio e di costituire un esempio per tutti gli altri”.

“Quello dell’Emporio solidale – ha detto Riccardo Faietti – è un progetto di qualità, non solo perché promuove un’azione di solidarietà importante ma anche perché contribuisce a rigenerare una zona che a oggi presenta alcune problematiche. Proprio per questo la Fondazione Manodori ha deciso di investire un contributo importante, 120 mila euro su due anni,  in quello che costituisce un esempio concreto di quella capacità tutta reggiana di lavorare in maniera condivisa e partecipata”.

 

PERCHÉ DORA? – Si è scelto di dare un nome all’Emporio solidale. E si è scelto il nome ‘Dora’ per due ragioni, entrambe antiche e significative.

Nel primo caso, Dora deriva dalla parola greca antica doron, che vuol dire ‘dono’ e che al plurale suona appunto dora, cioè ‘doni’.

Nel secondo caso, dal dialetto reggiano rezDora, la padrona della casa. “La Dora era una brava donna e una brava ‘rez-Dora’”, si legge infatti sul sito dell’Emporio, www.emporiodora.it.

Il progetto di Emporio solidale è uno fra quelli previsti dall’Accordo di programma quadro per il riuso, la valorizzazione e la rigenerazione sociale del patrimonio dismesso di Fer, firmato nei mesi scorsi dalla stessa Fer srl e dal Comune di Reggio Emilia ed uno dei primi accordi di questo genere in Italia: un ‘riuso’ dei luoghi che porta sia alla valorizzazione sociale delle risorse territoriali inutilizzate sia a quella del volontariato e delle prassi virtuose, attraverso interventi diretti dell’Amministrazione comunale, del Terzo settore e della Cooperazione sociale. Fra i beni di Fer individuati nell’Accordo vi è appunto la sede di viale Trento Trieste, quale Emporio solidale.

L’apertura dell’Emporio solidale è quindi il primo progetto realizzato a seguito dell’Accordo e concretizza, in particolare, il progetto coordinato dal Centro di servizio per il volontariato DarVoce, in partnership con lo stesso Comune di Reggio Emilia e realizzato grazie al contributo della Fondazione Manodori e di Ferrovie Emilia-Romagna (Fer), che ha messo a disposizione lo stabile.

Dora è frutto inoltre dell’impegno di tanti volontari e soggetti promotori, quali Auser, Caritas, Protezione civile Città del Tricolore, associazione Papa Giovanni XXIII, associazione Solidarietà, associazione Servire l’Uomo, Comune di Guastalla. Al progetto partecipano anche Remida, associazione Anteas, associazione Filef e aps Via Filzi & Dintorni.

Con il progetto di Emporio solidale si risponde dunque a due esigenze della comunità:

– il sostegno e l’attenzione alle persone in difficoltà economica e senza lavoro, con un lavoro congiunto fra servizi sociali, istituzioni, volontariato e mondo imprenditoriale, che contribuisce in maniera decisiva;

– la rigenerazione urbana, attraverso quella sociale, grazie al riutilizzo di spazi oggi in disuso.

 

L’edificio di viale Trento Trieste, prossimi mesi, accoglierà anche i Servizi sociali comunali del Polo Nord e quelli del Centro di servizio per il volontariato DarVoce.

 

Dalla settimana prossima, l’Emporio solidale Dora sarà dunque aperto al pubblico grazie al Volontariato reggiano e fornirà gratuitamente i prodotti alle famiglie, i cui membri sono rimasti senza lavoro e che sono già seguiti dai Servizi sociali comunali.

All’Emporio sono appunto tutti volontari: le persone che si occupano dell’approvvigionamento e del trasporto dei prodotti, i magazzinieri, i commessi, i cassieri, i responsabili dell’accompagnamento e dei servizi alle famiglie, gli addetti alla comunicazione e sensibilizzazione, gli organizzatori di eventi e collette alimentari.

I prodotti sono messi a disposizione da imprese, realtà commerciali, enti di rappresentanza e associazioni di categoria che contribuiscono così alla cosiddetta ‘tenuta sociale’ del territorio in cui operano. La risposta del tessuto economico a Dora è stata incoraggiante. Queste realtà hanno contribuito in maniera importante anche alla fase di avvio, fornendo arredi, attrezzature e sostenendo ogni momento della preparazione.

Si tratta di Camera di commercio di Reggio Emilia, Farmacie comunali riunite (Fcr), Unindustria Reggio Emilia, Cir Food, Conad, Europi srl, Generali spa, Ikea, Smeg, Iren, Studio Alfa, Kalimera, NaturaSì, Cefla, Zara Line Group, Secure Service, Data X Service.

 

COME FUNZIONA – Dora funziona come un minimarket, ma è molto di più.

Qui i prodotti – dai cibi a lunga conservazione ai prodotti per l’igiene, dagli articoli per l’infanzia e quelli per la scuola – sono messi a disposizione gratis e i commessi sono volontari. Possono accedere circa 50 famiglie di Reggio Emilia, indicate dai Servizi sociali del Comune insieme ai Centri d’ascolto Caritas. Sono persone che hanno perso il lavoro e rischiano di scivolare nella povertà. L’Emporio li sosterrà per un minimo di 6 e un massimo di 12 mesi.

Le famiglie in difficoltà possono rivolgersi all’Emporio per il cibo, ma anche per partecipare a corsi di formazione e orientamento al lavoro, al credito e al consumo, per cercare di uscire dalla crisi e rimettersi in piedi. Questi servizi integrativi vengono attivati di volta in volta sulla base dei bisogni degli utenti.

I giorni di distribuzione dei prodotti sono il mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 19 e il sabato mattina dalle 9.30 alle 12.30.

 

L’EMPORIO NON SI SOSTITUISCE ALLE MENSE – L’Emporio solidale non si sostituisce alle mense o alle attività di distribuzione dei pacchi o delle borse alimentari: lavora al loro fianco, perché aiuta altre famiglie.

Per chi rischia di diventare un “nuovo povero”, andare all’emporio significa poter fare ancora la spesa con i figli scegliendo insieme i prodotti dagli scaffali, e usufruire di servizi dedicati.

 

UN PROGETTO CHE GUARDA AVANTI: COME ADERIRE – L’Emporio solidale è un’esperienza che vuole durare nel tempo, coinvolgendo sempre di più il tessuto cittadino, le persone, le associazioni e le imprese.

Lo fa tramite “Dora in poi”, la campagna di “mobilitazione permanente” per sostenere l’Emporio, le sue esigenze e le sue famiglie. È sempre possibile fare donazioni ed è sempre possibile collaborare come volontario, e sono inoltre previste diverse altre opzioni. Vi saranno momenti di raccolta straordinaria e continuativi in negozi e punti vendita che sostengono Dora, ed è poi possibile impegnarsi a donare per un periodo prestabilito un determinato prodotto.

Ogni persona che aderisce riceve una tessera, con la quale si impegna ad acquistare per un anno un prodotto necessario all’Emporio, nella quantità che liberamente sceglie di donare. Tutti i donatori tesserati, periodicamente depositano i prodotti in uno dei punti di raccolta “Dora in poi” nelle aziende, nei negozi, nelle palestre, dove i volontari dell’emporio effettuano il ritiro per la distribuzione alle famiglie.

Le indicazioni per aderire, sia come volontario che come esercizio commerciale, si possono trovare sul sito www.emporiodora.it, nella sezione ‘Dora in poi’.

Per chi vuole conoscere Dora e i suoi volontari, i contatti e i riferimenti si trovano sullo stesso sito dell’Emporio.