“Siamo in una guerra commerciale”: lo afferma il segretario al commercio americano, Wilbur Ross, ammonendo come “gli Stati Uniti non si inchineranno più al resto del mondo sul fronte del commercio”. Le parole di Ross – intervistato dalla Cnbc – arrivano nel giorno in cui il presidente Donald Trump si accinge a varare due decreti per combattere il deficit commerciale Usa nei confronti dei propri partner. Il primo avvierà un’ampia revisione del deficit commerciale Usa, il secondo avrà lo scopo di rafforzare le regole antidumping ‘per impedire che le aziende straniere facciano concorrenza sleale a quelle americane’.

Ce ne ha parlato l’onorevole Tiziano Motti, deputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti “La firma arriva a pochi giorni dall’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi, che sarà negli Usa il 6 aprile.

Sui dazi interviene il leader delle imprese Usa John Hopkins: ‘Noi abbiamo tre milioni di aziende che faranno sentire la loro voce, la Casa Bianca dovrà ascoltarle’. ‘La governance del commercio fa fatica a stare al passo con la globalizzazione ed è minacciata da tendenze protezioniste senza precedenti’, avvertono gli industriali dal B7 Italy, nel vertice delle ‘confindustrie’ dei Paesi G7, nella dichiarazione finale alla presidenza in previsione del vertice di Taormina.

La scure di Trump sui prodotti Ue, c’è anche la Vespa.

Alta tensione tra Washington e Bruxelles. La scure di Donald Trump rischia di abbattersi su almeno 90 prodotti europei. L’ipotesi allo studio della Casa Bianca è quella di introdurre dazi ‘punitivi’ su una serie di beni icona importati dai Paesi del Vecchio Continente: dalla Vespa all’acqua San Pellegrino, dal formaggio Roquefort al foie gras. Si parla di ‘supertariffe’ del 100% che farebbero di fatto raddoppiare i prezzi di quei prodotti per i consumatori americani. Una vera e propria dichiarazione di guerra commerciale tra America ed Europa dagli esiti imprevedibili, innanzitutto per milioni di famiglie sulle due sponde dell’Atlantico. E’ il Wall Street Journal a svelare le mosse anti-Ue a cui si sta lavorando, nell’ambito di un piano più generale con cui Trump intende rivoluzionare la politica commerciale Usa, all’insegna dell’American First.

Con l’imposizione di dazi e tariffe che dal Messico alla Cina penalizzino le importazioni e favoriscano la produzione interna. E’ la svolta protezionista annunciata dal tycoon in campagna elettorale, che comporta la messa in discussione anche dei grandi accordi di libero scambio. Guardando all’Europa sono Francia, Italia e Germania maggiormente nel mirino di Washington, con alcune eccellenze del ‘made in Italy’ che rischiano di avere nel prossimo futuro vita difficile Oltreoceano. Anche solo gli annunci, del resto, rischiano di creare danni: è bastato parlare di dazi sulla iconica Vespa – in America ancora simbolo della Dolce Vita – per causare un tonfo del titolo Piaggio, nonostante le rassicurazioni dall’azienda di Pontedera. “La qualità non ha frontiere: dazi, protezionismi, chiusure non possono essere barriere che mettono un freno, un muro alla qualità”, ha commentato il premier Paolo Gentiloni. Levata di scudi anche da Facebook, che definisce il protezionismo “un mezzo disastro”.