Dopo due giorni di intensa trattativa e almeno nove versioni di ipotesi di accordo non è stato possibile raggiungere l’intesa auspicata, malgrado l’impegno di Bologna Fiere a incontrarsi per avviare un confronto sul tema del lavoro teso a sostenere con incentivi e su base volontaria l’uscita di alcuni lavoratori dall’azienda. Bologna Fiere si è impegnata, a questo proposito, alla costruzione di percorsi finalizzati alla salvaguardia occupazione degli stessi. Con questa intesa nessuno avrebbe perso il lavoro né sarebbe stato allontanato dall’azienda contro la sua volontà. La proposta contemplava anche l’impegno di Bologna Fiere a utilizzare gli stessi contratti vigenti per l’eventuale fabbisogno aggiuntivo di personale.
Per tutta la durata del confronto, legata all’implementazione del piano di sviluppo, Bologna Fiere si sarebbe astenuta da ogni azione unilaterale. L’ipotesi di accordo prevedeva la definizione di un protocollo appalti di sito con particolare attenzione alla qualità e alla sicurezza del lavoro.
A questi sforzi e alla disponibilità al dialogo sono state opposte posizioni incomprensibili che rischiano di creare un grave danno d’immagine a Bologna Fiere oltre che una sicura penalizzazione per il suo bilancio. Resta il rammarico per l’occasione perduta ma evidentemente ha prevalso la necessità di portare la trattativa a una sterile e dannosa prova di forza.