Presa a pugni, morsi, trascinata a terra, privata del cellulare che ha rotto per impedirle di chiamare aiuto e rinchiusa in casa. Questi solo gli ultimi di una serie di episodi che raccontano l’agghiacciante vicenda dai contenuti raccapriccianti vissuta, tra le mura domestiche di un comune della bassa reggiana, da una sventurata 30enne vittima di reiterate e gravissime vessazioni portate all’estreme conseguenze da parte del fidanzato, un 40enne reggiano che dopo essere stato arrestato dai carabinieri vede aggravarsi la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla D.ssa Pantani sostituto presso la Procura reggiana. Dopo l’arresto operato lo scorso mese di febbraio, le indagini dei carabinieri di Boretto sono andate avanti delineando un quadro indiziario che si arricchisce di nuove accuse. L’uomo infatti oltre alle già di per sé pesanti accuse di sequestro di persona, violenza privata, violenza sessuale, lesioni aggravate e atti persecutori, dovrà rispondere anche del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Stando alle indagini l’uomo avrebbe indotto più volte la fidanzata a fare uso di cocaina spiegandole come assumerla. Una vicenda che ha visto la donna essere brutalizzata per mesi dall’uomo che si ricorda è stata portata alla luce solo grazie alla sensibilità del Maresciallo che ha aiutato la vittima a vincere le sue paure e farle trovare il coraggio di denunciare gli episodi di violenza che subiva da mese. Episodi, quelli riscontrati dai carabinieri di Boretto, che hanno visto l’uomo essere arrestato a febbraio con le accuse di sequestro di persona, violenza privata, violenza sessuale, lesioni aggravate e atti persecutori e che ora lo vedono i carcere essere raggiunto anche dall’accusa di spaccio si cocaina.

Tra i gravi episodi commessi ai danni della fidanzata sicuramente quello più grave è stato quello che ha visto la donna chiusa a chiave in una stanza della casa del fidanzato e trattenuta con forza tutta la notte con reiterate e continue minacce vedendola perfino non poter andare in bagno. Dopo averla pestata, morso un dito e strappato le ciocche dei capelli con violenza la bloccava sul letto strappandole gli indumenti e violentandola. Una notte da arancia meccanica per la 30enne che aveva riportato lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Numerose e reiterate anche le violenze psicologiche con le molestie e le minacce che arrivavano anche su whatsapp attraverso numerosi e ossessivi messaggi. Ora per concludere anche la cocaina a cui la donna, stando alle indagini dei carabinieri di Boretto, sarebbe stata indotta al consumo in diverse occasioni.