Venerdì 10 marzo proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Tecnica. Forme di conoscenza e costruzione del mondo, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal titolo Tecnica del visibile. Riproduzione e illusione nel cinema è a cura di Leonardo Gandini, professore di Storia del cinema presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Nei suoi studi si è occupato del cinema noir tra gli anni Quaranta e Cinquanta, del ruolo dell’immaginario urbano nelle produzioni hollywoodiane e dell’evoluzione della tecnica registica. Ha inoltre analizzato il rapporto tra la società delle immagini, i mezzi di comunicazione di massa e la costruzione delle memorie individuali e sociali. È autore di monografie su alcuni tra i più importanti registi del cinema contemporaneo, tra i quali Tod Browning, Howard Hawks, Billy Wilder, Sydney Pollack, Brian De Palma e Quentin Tarantino. Tra le sue pubblicazioni recenti: Memorie riflesse. Lo schermo tra vero e falso (a cura di, Trento 2010); Il cinema americano attraverso i film (Roma 2011); Le sponde della memoria. Il ruolo dell’oblio nel panorama mediale contemporaneo (a cura di, Trento 2012); Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo (Milano-Udine 2014).

Il fatto che l’arte cinematografica sia diventata una forma di intrattenimento di massa, legata alle logiche della produzione capitalistica, ha dato luogo a due rilevanti conseguenze, che coinvolgono direttamente il ruolo del regista. La prima questione riguarda la necessità per il regista di cercare un accordo con due categorie di persone: da una parte, i produttori, che investono il capitale necessario per la realizzazione del film; dall’altra, gli attori, a cui spetta, con la loro interpretazione, rendere redditizio l’investimento fatto. Il regista, quindi, deve abbandonare talvolta i panni dell’artista, intento a creare la sua opera in solitudine, per trovare invece operativamente una perfetta sintonia con produttori e attori. Qualora questa armonia dovesse mancare, infatti, a uscirne pregiudicato sarebbe il film stesso. Il lavoro del regista, perciò, non si esaurisce sul set, ma inizia ben prima, dal momento che comprende anche quella componente economica del film capace di condizionarne l’esito. Il secondo problema riguarda la mediazione che il regista è costretto a trovare tra le immagini che gli sono suggerite dalla propria creatività e interiorità, più o meno inconsistenti e indeterminate, e la contingenza del mondo reale. In definitiva, a entrare in gioco sono le complesse dinamiche della creazione artistica. Se, come afferma Calvino, l’immaginazione costituisce un patrimonio comune – spiega Gandini –, il ruolo del regista si definisce proprio attraverso il compito di dare al suo “cinema mentale” un coefficiente di intelligibilità tale da renderlo comprensibile e possibilmente apprezzabile da una collettività di spettatori più o meno vasta. La figura del regista – prosegue Gandini – si colloca allora esattamente al punto di convergenza tra due polarità: conoscere, registrare e vedere da una parte, immaginare, fantasticare e guardare dall’altra.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.