Il Foro Boario, che fin dall’epoca romana era la piazza forlivese dedicata alla compravendita dei bovini, è primo in Emilia-Romagna, 46/o in Italia con 6.644 voti, tra “I luoghi del cuore”, l’ottava edizione del censimento promosso dal Fai (Fondo ambiente italiano) in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che ha l’obiettivo di selezionare i luoghi più amati e meritevoli di essere valorizzati, recuperati e restituiti alla collettività. Seconda la Terrazza Panoramica di Pigazzano a Travo (Piacenza), posta davanti al Santuario. Terzo l’ex Monastero Sant’Agostino a Comacchio (Ferrara), insieme pittoresco di architetture in rovina. Seguono la Chiusa e i Canali di Bologna a Casalecchio di Reno, 109/i in Italia con 2.971 voti, poi la Locanda Al Bersagliere di Boretto (Reggio Emilia), la Villa e il Parco Ducale di Rivalta, sempre a Reggio, e infine al settimo e ultimo in regione, 153/o in Italia, il Monastero Margherita Antoniazzi a Bardi (Parma).

Tra i luoghi più votati in provincia di Forlì
Al 46° posto nella classifica nazionale con 6.664 voti il Foro Boario a Forlì fin dall’età romana era la piazza dedicata alla compravendita dei bovini e nel corso dei secoli il nome si è tramandato fino oggi ai grandi mercati di bestiame, non solo bovini, ma di tutti i tipi. Quello di Forlì nacque nel 1927 e nel 1932 fu ampliato con un edificio diviso in tre corpi di fabbrica uniti da grande arcate che permettessero il transito del bestiame. Dal 1950 il Foro divenne uno dei cinque mercati più importanti d’Italia: si commerciavano fino a 2500 capi di bestiame e vi si definiva il listino prezzi del mercato nazionale dei bovini. Le contrattazioni iniziavano alle prime luci dell’alba e il mercato veniva affollato dagli addetti ai lavori alle massaie: nei piani interrati della struttura si trovavano gli uffici dei vigili addetti all’ordine del mercato, quello personale del veterinario capo e dietro di esso la sala di rappresentanza, con poltrone in velluto rosso, per le manifestazioni. Dagli anni ’60 in poi, complici l’urbanizzazione e il boom economico che comportarono una conversione dell’area al settore secondario, il mercato visse una fase di declino che si concluse nel 1987 con la definitiva chiusura. Il Foro, comunale, ha ospitato nelle sue sale la sede veterinaria della AUSL Forlì-Romagna fino al 2016 e è ancora sede di un bar, di un asilo nido e del comitato di quartiere, oltre che di una sala assemblee che ospita diversi eventi. Ciononostante i cittadini segnalano che il luogo sta lentamente cadendo nel degrado e che gli enormi spazi verdi, ma anche i locali interni, non godono di adeguata manutenzione né della giusta valorizzazione: per far rifiorire il Foro Boario si sono attivati votandolo all’ultima edizione del censimento.

 

Tra i luoghi più votati in provincia di Piacenza

Al 75° posto nella classifica nazionale con 4.425 voti la Terrazza panoramica di Pigazzano a Travo (PC) si trova nella piazza antistante al Santuario a Pigazzano, frazione situata a 465 metri s.l.m. sul versante sinistro della media Val Trebbia. La terrazza-sagrato, dalla quale si gode una straordinaria vista sulla pianura padana, risale ai primi del ‘900 e oggi è in condizioni critiche e richiede una manutenzione urgente e radicale.

 

Tra i luoghi più votati in provincia di Ferrara
All’85° posto nella classifica nazionale con 3.595 voti l’ex Monastero di Sant’Agostino a Comacchio (FE) è un insieme pittoresco di architetture in rovina, in passato un grande complesso che fu monastero prima, poi fortezza e infine collegio. Il monastero sorse, intorno al VII secolo, vicino ad una piccola chiesa in origine dedicata a San Mauro e ceduta agli Agostiniani scalzi nel 1622. Da allora la chiesa ha visto varie destinazioni, fino a diventare una scuola a partire dagli anni ’20 del Novecento e fin verso la fine del secolo. Il complesso, che si presenta nelle sue forme neoclassiche, è attualmente abbandonato e sta soccombendo al tempo e all’incuria: la vegetazione si sta riappropriando degli edifici e quasi nasconde l’ampia ed elegante facciata timpanata. La torre e gli edifici retrostanti, che danno sul canale sono fatiscenti e in precarie condizioni strutturali per questo i comacchiesi e non, si sono impegnati a votarlo al censimento con la speranza di vederlo tornare a nuova vita.

 

Tra i luoghi più votati in provincia di Bologna
Al 109° posto nella classifica nazionale con 2.971 voti la Chiusa di Casalecchio e i canali di Bologna a Casalecchio di Reno (BO) fu costruita nel 1208 dal Comune di Bologna, che acquistò i diritti di sfruttamento di un canale già esistente e realizzato da privati già nel 1191. Ma si deve la sua configurazione spaziale attuale alla ricostruzione avvenuta tra il 1360 e il 1363. Accanto alla Chiusa, un articolato sistema di 67 chilometri di canali, dei quali ormai solo pochi tratti rimangono scoperti, ha contribuito allo sviluppo della città e della pianura che la circonda, rifornendola d’acqua per oltre 800 anni. Riconosciuto nel 2010 dall’UNESCO tra i Patrimoni Messaggeri di una Cultura di Pace a favore dei Giovani, ancora oggi la Chiusa e il Canale di Reno alimentano due centrali idroelettriche. “Riconoscere l’importanza di questo patrimonio comune dovrebbe essere punto d’orgoglio per tutti i cittadini, perciò votiamolo per contribuire alla sua valorizzazione” affermano gli esponenti del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, promotore della raccolta voti.

 

Tra i luoghi più votati in provincia di Reggio Emilia

Al 113° posto nella classifica nazionale con 2.869 voti Al Bersagliere a Boretto (RE) è un luogo profondamente impresso nella memoria storica dei cittadini: crocevia di artisti e scrittori, come Luigi Ghirri e Giovanni Celati, la sua origine è legata a quella della ferrovia Parma-Suzzura, costruita alla fine dell’Ottocento. Dalla locanda “Al Bersagliere”, durante la prima guerra mondiale, passarono i tanti soldati in ritirata dopo la disfatta di Caporetto. Chiuso alla fine degli anni ‘70 “Al Bersagliere” è oggi di proprietà privata. Ma la comunità locale con il proprietario, stanno cercando di raccogliere i fondi per poter riaprire questo luogo caratteristico di Boretto.

Al 134° posto nella classifica nazionale con 2.260 voti la Villa e il parco ducale di Rivalta a Reggio Emilia fu costruita all’inizio del Settecento per il Duca di Ferrara e la giovane consorte Carlotta Aglae d’ Orléans, figlia di Filippo II di Borbone-Orléans, Re di Francia. Ispirata alla Reggia di Versailles, la villa era composta da un fabbricato centrale con due ali laterali a cui facevano da sfondo un meraviglioso giardino ricco di statue, fontane e obelischi. Con le guerre napoleoniche fu occupata dai francesi, che la spogliarono di molti arredi e, negli anni a seguire, fu parzialmente abbattuta e parte del giardino fu trasformato in terreno agricolo. Oggi rimangono solo una delle ali laterali, le scuderie e i resti della cappella reale. Di proprietà del Comune di Reggio Emilia dal 2005, la villa è oggi inserita nel Parco del Crostolo che si snoda lungo l’omonimo torrente con la “passeggiata estense”, un percorso ciclo-pedonale di 16 km che va dal centro cittadino fino alla frazione di Rivalta con le sue ville. In parte restaurata nel maggio 2014 dal Comune di Reggio Emilia che intende ripristinarne il parco, nei mesi scorsi, grazie all’assegnazione di fondi europei al Comune, si è potuto definire un piano di intervento che mira anche al recupero della villa. Al momento il bene è parzialmente accessibile e nei mesi estivi ospita numerosi eventi, alcuni dei quali organizzati da un’associazione di volontari.

 

Tra i luoghi più votati in provincia di Parma

Al 153° posto nella classifica nazionale con 1.935 voti, il Monastero Margherita Antoniazzi a Bardi (PR) è un piccolo edificio in pietra, edificato per volere di Margherita Antoniazzi, religiosa del ‘500 e nota per le sue opere di carità nei confronti dei più poveri e degli ultimi. Nel 1525, in seguito a una visione della Vergine e con l’aiuto della popolazione e del signore locale, Margherita fece costruire la chiesa della Santissima Annunziata e l’adiacente monastero. A differenza della chiesa, restaurata recentemente, il monastero, di proprietà della diocesi di Piacenza, versa in uno stato di abbandono e il comitato per la memoria della Devota Margherita Antoniazzi si è mobilitato per segnalarlo ai “Luoghi del Cuore” e vederlo presto riaperto ai fedeli.

 

Per la classifica completa consultare il sito: www.iluoghidelcuore.it