Un racconto accurato e attento sulle opportunità e le offerte che Bologna riserva ai suoi bambini, oggi e domani. In occasione del loro ultimo film “Bambini si diventa. Gli anni che contano” (Giostra Film, 2016), a Opificio Golinelli (via Paolo Nanni Costa, 14) proiezione e incontro con i registi Cristiano Governa e Riccardo Marchesini. Con Marilena Pillati, Vice Sindaco del Comune di Bologna ed Elisabetta Gualmini, Vicepresidente Regione Emilia-Romagna e Assessore al Welfare. Introducono Antonio Danieli, direttore Fondazione Golinelli e Marilisa Martelli, referente AISMI area diritti dell’infanzia.

Per i genitori che desiderano assistere all’incontro e alla proiezione del film, Fondazione Golinelli offre attività ludico-scientifiche rivolte a bambini dai 3 ai 10 anni. I laboratori, che si svolgono negli spazi di Scuola delle idee, spaziano dalla robotica educativa a esperienze creative e artistiche, fino alle letture animate per i più piccoli.
Attività gratuite, prenotazione obbligatoria

L’incontro fa parte di “Crescere, che fatica”, ciclo di appuntamenti sui temi di educazione genitoriale, psicologia dello sviluppo, apprendimento e crescita dei bambini e dei ragazzi, in programma a Opificio Golinelli da ottobre 2016 a marzo 2017. Un progetto di Fondazione Golinelli e AISMI Associazione per la Salute Mentale Infantile, rivolto a genitori, educatori, famiglie, associazioni e studenti.

 

Dalle note di regia
A misura d’uomo o di bambino?
Qua noi eravamo diversi.
“Una città a misura d’uomo”: così era descritta Bologna e, più in generale l’Emilia Romagna.
In realtà, la nostra misura era mille volte più piccola e al contempo più grande; a misura di bambino.
Siamo ancora la città (la terra) dei bambini? Questa è la domanda di partenza che vogliamo porci.
A partire dal sistema scolastico dei nidi e delle materne, passando per le diverse proposte culturali e d’intrattenimento dedicate alla prima infanzia, vogliamo intraprendere un piccolo viaggio nei primi anni della vita.
Questo viaggio non sarà una sorta di Wikipedia dell’infanzia, non abbiamo velleità di esaustività o completezza, semplicemente vogliamo (attraverso una manciata di volti e di esperienze) raccontare la fatica e la professionalità di tutti.
Pensiamo che la qualità della risposta – culturale, politica e sociale – alle esigenze dell’infanzia, dipende anche dalla capacità che avremo di ricalibrarla e di aggiornarla a seconda delle nuove sfide che avremo di fronte.
Il documentario ci è parso lo strumento adatto ed efficace, per raccogliere testimonianze ed esperienze e, al contempo, raccontare una storia.
Osservare è un buon modo per cominciare a rispondere e, magari, per formulare altre domande.
Più nuove, più attuali, più utili a chi dovrà dare risposte.
Faremo allora una passeggiata, un piccolo viaggio, per Bologna (e non solo) sulle tracce delle energie, delle professionalità e delle fatiche del mondo dell’infanzia.
L’invisibile abbraccio che attende i nostri figli, una volta fuori di casa.
Quella rete che, per prima, accoglie il bambino nei primissimi passi del suo cammino e, lavorando e vigilando sulla crescita del bambino stesso, ce li riconsegna – a ridosso dell’età scolare – sani e felici.
Cosa ne sappiamo del lavoro di queste persone?
Per una volta parliamo di loro.