Monitoraggio sui ripetuti affidamenti ai medesimi operatori economici; controllo dei subappalti nei lavori pubblici; check list di controllo sul rispetto degli adempimenti e formalità di comunicazione previsti dal Codice degli appalti; report dall’Ufficio contratti e appalti sulle procedure di affidamenti sia di importo superiore che di importo inferiore ai 40 mila euro relative al 2016. Sono alcune delle principali azioni previste dal nuovo Piano triennale per la Prevenzione della corruzione e per la trasparenza 2017-2019, approvato dalla Giunta del Comune di Modena nei giorni scorsi.

Per la prima volta, come indicato dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) con delibera del dicembre 2016, si tratta di un unico documento, diviso in due sezioni, che riguarda sia la prevenzione della corruzione che la trasparenza, ambito nel quale si colloca la maggiore novità, introdotta dal decreto legislativo del 2016, conosciuto come Foia, Freedom of information act, che prevede l’accesso civico generalizzato. Questa nuova procedura riconosce a chiunque, quindi non più solo ai portatori di interesse, il diritto di accedere ai dati e ai documenti delle pubbliche amministrazioni, compresi quelli non oggetto di pubblicazione, facendo domanda al Comune. L’obiettivo è favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, oltre a promuovere la partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico.

Come sottolinea l’assessore con delega alla Promozione della cultura della legalità Andrea Bosi, si tratta del quinto Piano della prevenzione della corruzione approvato dal Comune di Modena che fa così parte del 20 per cento di Amministrazioni locali che lo ha adottato fin dal primo anno, dopo l’entrata in vigore della legge del 2012. “Quello 2017-2019 – spiega l’assessore – è un Piano innovativo e già aggiornato al nuovo Codice degli appalti. Si tratta di uno strumento operativo che incide concretamente sui procedimenti amministrativi e sulle procedure del Comune; anche e soprattutto in ottica preventiva”.

L’attività relativa al Piano nel 2016 si è concentrata sulla mappatura dei processi, dei procedimenti e delle attività di ogni settore, in modo da individuare, oltre alle aree generali di rischio previste dalla normativa nazionale anche le aree di rischio specifiche. Per ogni processo e attività sono stati quindi indicati i potenziali fattori di rischio e descritti gli interventi e le buone prassi già attivate dai diversi settori per la prevenzione e il contrasto della corruzione.

Tra le azioni previste dal Piano, del quale sono responsabili il segretario generale Maria Di Matteo, per la parte di prevenzione della corruzione, e Davide Manelli, per la parte della trasparenza, ci sono il proseguimento della rotazione del personale, partita a inizio mandato nel 2014, che ha già portato alla rotazione del 50 per cento dei dirigenti, rispetto a una previsione del 30 per cento, e del 18 per cento delle posizioni organizzative rispetto a una previsione del 15 per cento; le misure attuative del nuovo codice dei contratti; la tutela dei dipendenti che segnalano illeciti. Previsto inoltre anche il proseguimento delle azioni di formazione del personale, anche all’interno del progetto Labalt-Laboratorio appalti, legalità e trasparenza cofinanziato dalla Regione e realizzato in collaborazione con Avviso pubblico, e iniziative di formazione specifiche progettate dall’Osservatorio Appalti rivolte al personale che svolge attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione.

Nella sezione “Trasparenza”, l’accesso civico generalizzato aperto appunto a chiunque, senza limitazioni soggettive, specifica che la domanda di accesso non deve essere motivata ed è gratuita, salvo il rimborso del costo effettivamente sostenuto dall’Amministrazione per le copie dei documenti. La domanda può essere presentata direttamente all’ufficio che detiene i dati, all’ufficio relazioni con il pubblico o al responsabile della trasparenza. Quando riceve la richiesta, l’Amministrazione, prima di fornire le informazioni, ha l’obbligo di verificare se esistono soggetti controinteressati, che hanno diritto di essere informati e di presentare opposizione. Se la domanda viene accolta, l’Amministrazione trasmette i dati richiesti. In caso di diniego, totale o parziale, è tenuta a fornire una motivazione e il richiedente può presentare ricorso.