È stata una adesione altissima (90% la media regionale) quella che ha visto le farmacie private dell’Emilia Romagna serrate nella mattina di oggi in segno di protesta contro l’aumento della distribuzione diretta dei farmaci nelle farmacie ospedaliere. Unica eccezione la provincia di Parma e uno sparuto gruppo di farmacie (circa 30) che aderiscono ad altro sindacato, che pure hanno dichiarato di condividere le ragioni dello sciopero.

“Siamo molto soddisfatti dell’altissima adesione, che ha visto la categoria compatta nel difendere un diritto costituzionale del cittadino e il ruolo stesso della farmacia. – così il Presidente di Federfarma Emilia Romagna, Domenico Dal Re – Ci rammarica avere creato un disagio ai cittadini, ma siamo certi che lo sciopero fosse ormai necessario anche per accendere l’attenzione della collettività sul mancato riconoscimento di un diritto fondamentale: avere accesso ai farmaci con semplicità e senza oneri aggiuntivi per la collettività. La nostra è una battaglia di principio, difendiamo il ruolo della farmacia come parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale. Non è mai stata e mai sarà una questione economica, ma una battaglia sociale per riportare i farmaci vicini ai cittadini. Siamo la regione che ha visto nascere il modello di Farmacia orientata a contenere i costi e migliorare i servizi ai cittadini, siamo stati un esempio per il Paese. Non è certo questo il tempo di invertire la rotta e guardare ai territori in cui la distribuzione diretta è anche più alta che qui. È tempo di tornare ‘modello’: per questo siamo pronti ad aprire qualunque tavolo che abbia come presupposto il rispetto dei cittadini, tanto più quelli nelle fasce più deboli della popolazione”.