Il nuovo Codice dei contratti pubblici è una rivoluzione salutata da tutti come un cambiamento epocale per i principi e le novità che introduce. Gli effetti positivi però tardano a manifestarsi, sono necessari correttivi”. Roberto Ferrari, presidente del comparto costruzioni di Lapam Confartigianato, sintetizza così la situazione a 10 mesi dal via alla riforma voluta dal Governo per rendere più semplici, trasparenti e orientate allo sviluppo le norme che regolano la partecipazione delle imprese agli appalti pubblici. Confartigianato Lapam ha partecipato a tutte le fasi di costruzione della nuova legge e continua a fare pressing affinchè venga attuato il principio che si ispira allo ‘Small Business Act’, ‘pensare innanzitutto al piccolo’.

Marco Granelli, presidente regionale Confartigianato che ha lavorato molto in questi mesi nei tavoli tecnici, spiega le novità positive ottenute da Confartigianato Lapam per favorire l’accesso delle micro e piccole imprese agli appalti: “La previsione del pagamento diretto dei subappaltatori, la stabilizzazione dell’anticipazione del 20% dell’importo dei lavori, la suddivisione in lotti di lavorazione o prestazionali per garantire alle micro e piccole imprese l’effettiva possibilità di partecipare agli appalti, l’obbligatorietà del progetto esecutivo, la revisione dell’istituto dell’avvalimento che nella pratica aveva assunto connotazioni distorsive del mercato, la chiara volontà di semplificazione e riduzione degli oneri a carico delle imprese”.

Ma Granelli ha sottolineato anche i problemi di attuazione denunciati dagli imprenditori: “La modalità di mettere regole un po’ affidate al caso, come quella di non predeterminare l’offerta anomala sotto il milione di euro, stanno causando confusione tra le nostre imprese. Soprattutto in un momento di penuria di investimenti pubblici, c’è il rischio che tutto venga ricondotto alle modalità del gioco del lotto. Questo danneggia proprio le imprese più virtuose e meritevoli che si trovano ad affidare al caso la partecipazione alle gare d’appalto”. E ancora, tra le criticità, Granelli indica “la nuova metodologia della manifestazione d’interesse. In pratica, tutte le stazioni appaltanti e i committenti hanno dato la possibilità a qualsiasi impresa di manifestare la propria intenzione a partecipare alle gare d’appalto e ciò induce le imprese a spostarsi da una regione all’altra, creando un sovraffollamento delle gare”.

Riprende il discorso Roberto Ferrari: “Occorre la volontà e la responsabilità delle stazioni appaltanti, pur nel rispetto della loro discrezionalità, di confrontarsi con il mondo associativo affinchè si possa coniugare l’interesse generale della Pubblica amministrazione con l’interesse delle imprese del territorio. I benefici effetti che pensavamo si potessero manifestare subito purtroppo invece sono ancora abbastanza lontani. L’attuale confusione sta portando sia le imprese sia le stazioni appaltanti a non avere chiarezza in un provvedimento che, invece, doveva mettere ordine”.

Ora il Governo ha in animo di predisporre il decreto correttivo della riforma e lavorare sulle linee guida. “Vigileremo – conclude il presidente Lapam Confartigianato comparto costruzioni – affinché le modifiche vadano nella direzione auspicata dalle imprese, modifiche che favoriranno non solo l’intero comparto ma le stesse stazioni appaltanti e, in ultima analisi, il territorio”.