Da ieri, 18 gennaio, e fino alla fine del mese sono in mostra su Corso Umberto I, il viale principale di San Martino in Rio su cui si affacciano la Chiesa e il Municipio, due striscioni che riportano altrettanti, significativi slogan: “Fermati! Sei proprio sicuro che ho detto Sì?”, e “Perché la mia libertà ti fa paura?”. Si tratta di una iniziativa promossa dall’Associazione Non da sola, che a Reggio opera da oltre vent’anni per il contrasto della violenza maschile sulle donne e per promuovere una riflessione condivisa. “Abbiamo pensato ad una comunicazione pubblica, ingombrante – spiega una nota dell’Associazione –. Abbiamo formulato le stesse domande che più e più volte ci sono state riferite dalle vittime accolte alla Casa delle Donne (il centro di accoglienza dell’associazione, a cui si rivolgono coloro che hanno subito o stanno subendo violenze, ndr). Domande a cui non pretendiamo di dare risposte, ma vorremmo che sollecitassero altre domande e riflessioni, per arrivare a far comprendere come la violenza neghi alle donne e ai loro figli e figlie un’esistenza dignitosa. Domande che vogliono portare allo scoperto la sotterranea e malsana trama che molto spesso tiene insieme violenza sulle donne e legittimazione sociale dell’asimmetria tra i generi. Durante queste settimane di affissione invitiamo tutti e tutte a scrivere sulla pagina Facebook dell’associazione @nondasolaonlusreggio pensieri, fastidi e riflessioni che rilanceremo in comunicazioni pubbliche e in spazi di confronto”.

L’iniziativa è stata portata a San Martino dall’Assessore alle Pari Opportunità Rosamaria D’Urzo, medico, da anni impegnata a contrastare il fenomeno sia sul campo, interagendo direttamente con donne vittime di violenza, sia nell’implementazione provinciale delle linee guida regionali per la prevenzione, il riconoscimento dei casi e la presa in carico delle vittime.

“È importante che la cultura dell’antiviolenza di genere entri sempre più nella nostra quotidianità – spiega l’Assessore D’Urzo –. Questo è un modo: passeggiando per la via principale del nostro paese, la più vissuta e frequentata, siamo invitati a riflettere. È questo il significato dell’iniziativa. La violenza contro le donne è fra noi, dentro la nostra società. I casi di questo inizio 2017, parlo di Gessica Notaro e Ylenia Bonavera, possono sembrare lontani, ma tutti i giorni ci troviamo a contrastare il fenomeno anche nella nostra provincia. Non bastano però i medici, gli assistenti sociali o le forze dell’ordine: tutti dobbiamo diventare più consapevoli per poter aiutare chi ne ha bisogno e debellare questo male dalla nostra società. Aiutare è solo una parte dello scopo. Più importante è che le donne aiutate da reti di servizi che funzionano trovino la consapevolezza e la forza di liberarsi dal male che le attanaglia”.