Lavoratrici letteralmente intirizzite e con le mani congelate per parecchie ore al giorno.

Succede a circa 70 degli oltre 120 lavoratori, in prevalenza donne, dell’appalto Progetto Lavoro all’interno dei magazzini della GAO, che da diverse settimane lavorano al freddo.  La temperatura dei magazzini si aggira infatti tra i 4°C e i 6°C, “un clima rigido che rende stoico – afferma Giulia Grandi della Filt/Cgil di Modena – il lavoro di queste lavoratrici che per soddisfare i picchi produttivi di questi giorni imposti dal committente GAO, subiscono anche per oltre 10 ore al giorno, compreso il sabato, temperature bassissime”.

Le temperature a norma di legge dovrebbero aggirarsi sui 19°C-21°C, quindi ci si può rendere ben conto del disagio fisico al quale vengono sottoposte le lavoratrici.

La Filt/Cgil ha più volte sollecitato il committente GAO, proprietario dei muri, a intervenire per ripristinare una temperatura accettabile.

E’ vero che la direzione di GAO si è attivata per ripristinare la rottura dell’impianto che ha impedito l’utilizzo del riscaldamento, “ma visto il perdurare della situazione di freddo da oltre tre settimane – precisa la sindacalista della Filt/Cgil – è incredibile che l’azienda non intervenga con ausili e strumenti anche provvisori per riscaldare un po’ l’ambiente e limitare il disagio delle persone che operano all’interno di quei reparti”.

Le basse temperature (ben al di sotto delle norme di legge) che si registrano nei magazzini, in GAO come in tanti altri, con centinaia di lavoratori in appalto coinvolti, si potrebbero risolvere mettendo dei portoni regolati con foto-cellule per evitare la dispersione di calore, ma anche semplicemente accendendo il riscaldamento, anziché tenerlo spento come prassi diffusa delle aziende.

La Filt/Cgil chiede perciò agli organi preposti ai controlli, di vigilare all’interno dei locali di lavoro e continuerà nella sua opera di segnalazione e denuncia ogni volta che si renda necessario.

(nota Filt/Cgil Modena)