L’università di Modena e Reggio Emilia disponibile a costruire percorsi di laurea triennali professionalizzanti nel settore tecnico-ingegneristico, che consentiranno un percorso formativo legato ai settori produttivi del territorio.
Uno strumento che permetterà anche ai diplomati degli istituti tecnici di Modena e Reggio Emilia di conseguire una laurea triennale utile all’iscrizione all’ordine dei periti, requisito reso obbligatorio dalla legge approvata lo scorso maggio.
La conferma è venuta nel corso dell’incontro che si è tenuto nell’Ateneo modenese e reggiano tra il rettore Angelo O. Andrisano e una delegazione del Collegio dei periti industriali di Modena e Reggio Emilia guidata da Carlo Alberto Bertelli (foto), vicepresidente del Collegio dei Periti di Modena e referente per i rapporti con l’università e di cui facevano parte Andrea Prampolini, membro del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e Carlo Pilia, consulente incaricato dall’ordine nazionale di seguire il percorso di avvio delle lauree professionalizzanti.

Meccatronica, tecnologie degli impianti, meccanica, agroalimentare e i settori industriali maggiormente diffusi sul territorio saranno le specializzazioni cui saranno dedicati i nuovi percorsi di laurea, costruiti anche sulla base delle esigenze professionali manifestate dal sistema produttivo locale.

“La nuova normativa – ha spiegato Bertelli – innalza l’obbligo formativo dei periti a partire dal 2021. Per accedere alla professione, infatti, sarà necessaria la laurea, a ulteriore garanzia di competenza per cittadini e imprese. Il Rettore ci ha confermato l’intenzione ad avviare anche nell’ateneo di Modena e Reggio Emilia questo tipo di percorso formativo e già a gennaio è prevista l’istituzione di un tavolo per la messa a punta dei nuovo corsi, in modo da poter essere operativi dall’anno accademico 2018/2019. Per noi periti industriali, ma per tutto il territorio, è fondamentale avere un dialogo costante con il mondo accademico, che può supportarci nella realizzazione di percorsi formativi appetibili per il panorama tecnico-professionale delle province di Modena e Reggio Emilia”.

Tra i punti sostenuti dai periti e che sono stati oggetti di altri accordi già sottoscritti con diversi atenei italiani, ci sono quelli di sostenere l’orientamento in entrata (verso l’università) e in uscita (verso l’albo di categoria), garantire ai giovani diplomati e laureati la possibilità di svolgere il tirocinio presso gli studi professionali dei periti industriali iscritti, assicurare un sistema di mutuo riconoscimento tra i crediti formativi universitari e crediti validi ai fini della formazione continua e, infine, lavorare con gli atenei per costruire un percorso universitario idoneo per la professione di perito industriale, che comprenda tra gli insegnamenti una serie di discipline specifiche per la professione tecnica di primo livello.

Il rettore Andrisano ha confermato che la recente conferenza dei rettori a Udine è stata unanime nella scelta di creare i percorsi formativi delle lauree professionalizzanti che saranno caratterizzati da un primo anno di formazione teorico-accademica, da un secondo di formazione tecnica e laboratorio e da un terzo anno svolto direttamente nel mondo del lavoro o presso gli studi professionali.
La laurea finale sarà poi equiparata all’esame di stato per l’accesso all’ordine dei periti industriali.