Il credito, soprattutto per le imprese artigiane, continua a latitare. In un contesto già molto complesso e pesante, persiste il trend negativo dei prestiti all’artigianato. L’analisi dei dati resi disponibili grazie alla collaborazione dell’ufficio studi nazionale Confartigianato Lapam con Artigiancassa, indica a giugno 2016 uno stock di prestiti lordi alle imprese artigiane di 43,5 miliardi di euro, in diminuzione in un anno di 2,7 miliardi, pari al -5,8% (era -6,1% il trimestre precedente e -4,6% un anno prima). A Reggio Emilia questo dato è ancora più pesante: lo stock dei prestiti lordi alle imprese artigiane è di 605 milioni di euro, con un calo del 6,3% rispetto a un anno prima. Di più a Reggio Emilia il calo è costante da anni, come e più che nel resto d’Italia, con una tendenza congiunturale negativa. Il -6,3% di giugno 2016 è il peggiore rispetto ai dati fatti registrare negli ultimi sette trimestri, dal dicembre 2014 in poi.

In parallelo al calo del credito all’artigianato, e in questo caso i dati sono nazionali, si osserva che nel settore manifatturiero le condizioni di accesso al credito sono peggiori per le piccole imprese: la percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese è pari a -2 mentre il saldo per le medio-grandi imprese è positivo per 5. Nel dettaglio l’11,3% delle piccole imprese dichiara un miglioramento di accesso al credito, il 69,3% segnala invarianza di condizioni mentre il 12,8% invece che segnala un peggioramento.

Da quattro anni persistono migliori condizioni di accesso al credito per imprese medio-grandi: da giugno 2012 a giugno 2016 i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente del 18,4%, pari a 9,8 miliardi di euro in meno, un calo quasi doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese (-10,4%).

“Il dato di Reggio Emilia – osserva Lapam Confartigianato – è allarmante: il calo dei prestiti alle imprese artigiane è indice di una sofferenza e di una difficoltà ad accedere al credito per le piccole imprese artigiane e a una propensione a investire più bassa che in passato, a causa delle prospettive incerte. E’ vero che restiamo a ridosso delle migliori 20 province in Italia (al ventiduesimo posto) in questa classifica, ma il peggioramento della situazione è purtroppo evidente. Reggio Emilia – conclude l’associazione – fa registrare un calo simile a quello di altre province che hanno una grande propensione all’artigianato. E’ quindi necessario far sì che il sistema creditizio sia più attento alle piccole e medie imprese artigiane, che sotto questo profilo stanno pagando un dazio troppo pesante”.