Il progetto di Unioncamere Emilia-Romagna cofinanziato dalla Regione, articolato in più fasi, per un corretto approccio nel mondo islamico dell’eccellenza del Made in Italy. L’ottenimento della certificazione di conformità Halal rappresenta un requisito doganale imprescindibile per l’ingresso di una serie di generi alimentari – ad esempio le carni – e per la loro commercializzazione in alcuni paesi islamici.

Il consumatore musulmano infatti chiede e acquista prodotti Halal, ossia “leciti”, in quanto sviluppati secondo dettami religiosi definiti e soprattutto certificati da un’autorità islamica riconosciuta.

La certificazione Halal non riguarda soltanto il prodotto finito, ma comprende anche il processo produttivo, dalla fase di approvvigionamento di materie prime fino al confezionamento e al trasporto

Su queste basi si è sviluppato il progetto “Percorso di internazionalizzazione e certificazione Halal”, messo a punto da Unioncamere Emilia-Romagna con il co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, e d’intesa con Unioncamere Lombardia che si è appena concluso.

L’iniziativa si è posta l’obiettivo di assistere le imprese emiliano-romagnole e lombarde dei settori della cosmetica e dell’agroalimentare sulla tematica della certificazione Halal, al fine di incrementare concrete opportunità di business in alcuni Paesi target.

Il percorso è stato presentato in cinque Camere di commercio emiliano-romagnole a oltre 30 aziende e si è quindi sviluppato durante tutto il 2016 in quattro fasi operative coordinate e organiche: corso di formazione “executive” a cui hanno partecipato 11 imprese; assistenza diretta e personalizzata per l’ottenimento della certificazione Halal; analisi delle opportunità esistenti sulla base dei prodotti e servizi offerti; missione imprenditoriale in due mercati target scelti tra Indonesia, Dubai o Singapore dove sono stati organizzati oltre 80 incontri d’affari con 40 operatori locali selezionati per le aziende emiliano-romagnole presenti; attività di assistenza personalizzata post missione.

Alle fasi successive al corso di formazione hanno confermato la loro partecipazione, fino alla missione conclusiva e al “follow up”, le aziende: Alegra Soc.coop.agricola di Faenza e Surgital di Alfonsine (provincia di Ravenna), Latteria San Pier Damiani, Società Agricola Bertinelli, Caseificio Coop Casearia Agrinascente (Parma), Colline di Selvapiana e Canossa (Reggio Emilia), GBC Funghi delle Terre di Romagna (Rimini).

La certificazione Halal può esser considerato un passaporto per alcuni settori perché in alcuni Paesi è un elemento indispensabile per la commercializzazione dei prodotti. Dà un valore aggiunto per il Made in Italy e le aziende perché permette di sposare una sensibilità anche per la dimensione religiosa di una precisa nicchia di interlocutori commerciali e apre la possibilità di rivolgersi a tutti i clienti.

“L’impresa che sceglie la certificazione Halal viene a disporre di un lasciapassare se vuole vendere le proprie produzioni sui mercati musulmani. A livello mondiale, parliamo di 1miliardo e 600 milioni di persone, in Europa 44 milioni, in Italia 1 milione e mezzo – afferma Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – Questo progetto aiuta le imprese che vogliono esportare in un mercato di grande prospettiva grazie uno strumento che può risultare decisivo”.