Nonostante un contesto generale di crescita dell’economia, per quanto discontinuo e ancora modesto, il mondo delle costruzioni sembra essere quello più penalizzato. Un discorso che vale a Modena come nel resto d’Italia. Ne sono ben consapevoli gli associati di Ance Modena che stamattina si sono dati appuntamento in via Bellinzona per l’assemblea annuale.

Su scala nazionale il numero degli occupati è ancora in flessione e i bandi di gara per i lavori pubblici nei primi 8 mesi del 2016 evidenziano una dinamica negativa. Di contro, il mercato immobiliare è in ripresa: si tratta però, quasi esclusivamente, di una domanda rivolta verso immobili di vecchia costruzione. Basti pensare che i permessi per costruire, nel 2015, sono stati inferiori a quelli registrati nel 1936. L’unico dato positivo che si registra, dunque, è dovuto alle attività di manutenzione straordinaria eseguite sugli edifici esistenti.

Ricostruzione post sisma, troppi ritardi nei pagamenti. A Modena, per effetto della ricostruzione post sisma, i dati sono migliori di quelli nazionali. Secondo i numeri della Cassa Edili elaborati da Ance Modena, nell’ultimo anno si è registrato un incremento dell’attività di circa l’8%. Sono aumentate anche le imprese attive (+5,4%) e i lavoratori (+5,6%).

«Purtroppo non sono solo le imprese edili modenesi a beneficiare di questo incremento», ha rimarcato il presidente di Ance Modena Giovanni Neri. «Oltre il 30% della ricostruzione è realizzato da aziende provenienti da altre province e da altre regioni. D’altra parte, i gravi ritardi nei pagamenti dei lavori post sisma impongono alle imprese edili affidatarie che intendono mantenere corretti rapporti con i subfornitori, il “finanziamento” della ricostruzione. E oggi, sempre meno imprese sono in grado di farlo».

Gli effetti negativi del nuovo Codice degli Appalti. L’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, e le scelte operate dagli enti pubblici modenesi tra le tipologie di gara, stanno creando enormi difficoltà alle imprese del territorio. Infatti, il metodo di selezione delle imprese più utilizzato è il sorteggio. Questo metodo, applicato alle centinaia di imprese che solitamente manifestano interesse ai bandi, esclude di fatto dall’aggiudicazione dei lavori le aziende della provincia che prima erano chiamate direttamente a partecipare alla gara. «Ance Modena», ha promesso Giovanni Neri, «si attiverà per proporre agli enti pubblici l’utilizzo di criteri di selezione non affidati al caso o alla fortuna, ma su capacità, tecnologie, mezzi posseduti e, perché no, anche per appartenenza al territorio».

Attesa per la prossima legge urbanistica regionale. In viale Aldo Moro è in discussione un importante disegno di legge relativo all’urbanistica. È un provvedimento che modificherà radicalmente le modalità di programmazione dell’uso del territorio e le procedure per l’approvazione dei nuovi interventi di edificazione e ciò in relazione diretta al rispetto, entro il 2050, del “saldo zero” sull’utilizzo del suolo non urbanizzato come stabilito a livello comunitario.

«La rilevanza per le imprese edili dei temi trattati dal provvedimento impone la dovuta gradualità dei tempi di attuazione», ha voluto sottolineare Neri. «Questo sarà determinante affinché le imprese che hanno effettuato importanti acquisizioni nelle aree potenzialmente edificabili previste dai piani d sviluppo comunali non vedano vanificati i loro investimenti».

Scenari di settore. Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme (il centro di ricerche per chi opera nel mondo dell’edilizia) e tra i massimi esperti del settore delle costruzioni, è stato ospite dell’assemblea di Ance Modena. Nell’occasione ha dato un quadro di prospettiva del settore. «Le costruzioni hanno avviato una nuova fase: il motore principale è l’attività di manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio esistente, ma attendiamo risultati anche dagli investimenti in opere pubbliche, che dovrebbero rafforzarsi nei prossimi anni. Per il 2016 si conferma la previsione di un anno fa, +2,2%, ma cambiano le componenti dei vari comparti: crescono meno del previsto gli investimenti in opere pubbliche e invece cresce più del previsto il rinnovo residenziale, +4% grazie al boom dei bonus edilizi».