postePoste Italiane ha deciso unilateralmente di procedere alla chiusura di una serie di uffici postali della nostra regione, quasi tutti collocati in Comuni di montagna, in zone poco servite, in territori marginali. Sono 81 gli Uffici nel mirino e 69 i Comuni coinvolti, da Camugnano e Gaggio Montano nel Bolognese, a Serramazzoni e Zocca nel Modenese… Ligonchio, Sissa Trecasali, Rottofreno, Lagosanto, Brisighella, Premilcuore, Poggio Torriana… tutte le Province sono interessate. Questa decisione  provocherà inevitabilmente forti disagi per i cittadini  e in particolare per i tanti anziani per i quali gli uffici postali rappresentano un punto essenziale di servizio pubblico per  il  ritiro delle  pensioni, il pagamento delle bollette, le raccomandate.

Una scelta sbagliata che non tiene nemmeno conto  del parere espresso da Agcom,  l’Autorità per il Garante delle comunicazioni, contraria alla chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate, che ha opportunamente sollecitato Poste Italiane ad una concertazione con le Amministrazioni locali prima di procedere alla chiusura.

Lo Spi-Cgil Emilia-Romagna ritiene che ogni sforzo vada fatto per contrastare o almeno ridimensionare la scelta dell’Azienda (evidentemente più interessata ad ampliare i servizi di tipo finanziario che consentono guadagni certi e facili): chiede alla Regione Emilia-Romagna e ai Sindaci dei territori interessati, di convocare un confronto di merito con Poste Italiane, per esaminare il problema e definire soluzioni condivise che riducano al minimo i disagi per i cittadini, garantendo continuità ad un servizio essenziale per il territorio.

(Bruno Pizzica, Segretario generale SPI CGIL Emilia Romagna)