“La carne suina e tutti i prodotti da essa derivati sono assolutamente sicuri e il loro consumo non espone ad alcun rischio”: sono le parole con cui Villiam Toni, Presidente di Confartigianato Alimentazione Emilia Romagna, interviene in merito all’allarme scatenato dall’insorgenza del virus influenzale A/H1N1 in Messico.

“Da tutte le autorità sanitarie nazionali e regionali – prosegue Toni – è arrivata la rassicurazione che il comparto suinicolo italiano è al riparo da qualsiasi rischio. Ciò che vorrei sottolineare è che queste rassicurazioni si basano sull’efficacia di normative in vigore da anni che garantiscono il controllo della filiera dal momento in cui i suini vengono cresciuti, al momento in cui vengono macellati e le carni trasformate per il consumo umano”.

In Emilia Romagna il comparto suinicolo è in grado di allevare 1 milione di capi all’anno, di questi 600mila nelle sole province di Modena e Reggio Emilia, mentre a livello di lavorazione carni la parte del leone spetta alla provincia di Modena. Un settore florido che da anni applica le normative europee sulla lavorazione delle carni, regole entrate in vigore nel 1992 e da allora continuamente evolute con regolamenti che hanno recepito i passi avanti fatti nella ricerca.

“In passato il comparto dell’allevamento dei suini ha dovuto fare i conti con diverse malattie, una esperienza che ha permesso di attivare controlli che permettono di isolare immediatamente eventuali patologie – spiega Toni – per questo diciamo ai cittadini che possono stare tranquilli. E’ nell’interesse degli stessi produttori e allevatori mantenere un monitoraggio costante delle carni”.

A prescindere dall’emergenza di questi giorni i controlli sono rigorosi e da sempre, a vengono effettuati sugli allevamenti nazionali di maiali, la zootecnia “made in Italy” è sempre più orientata alla qualità e alla sicurezza ed ogni singolo capo, sia che si tratti di grandi aziende suinicole o di piccoli allevamenti familiari, è sottoposto ad una severa vigilanza, con regolari certificazioni di idoneità.

“Le carni suine nazionali sono garantite – conclude Toni – ed un altro elemento di tranquillità viene dal fatto che possiamo definire inconsistente l’importazione di suini e prodotti della macellazione di maiali provenienti dalle zone dove si è sviluppata l’epidemia”.