Il picco dell’epidemia stagionale sembra ancora lontano, e dovrebbe risparmiare il Capodanno. Lo confermano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), secondo cui la frequenza dei casi segnalati di sindromi influenzali nelle prime settimane di sorveglianza di quest’anno è simile a quella degli ultimi sei anni, in cui l’epidemia stagionale ha raggiunto l’acme tra gennaio e febbraio.

Secondo il sistema di sorveglianza coordinato dall’Iss, che raccoglie segnalazioni settimanali da centinaia di “sentinelle” (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) sul territorio nazionale, nella settimana del 16 dicembre l’incidenza è passata da 0,91 casi per mille assistiti a 1,19, corrispondenti a circa 66.000 nuovi casi di sindrome influenzale in tutta Italia.

“In realtà è ancora presto per fare delle previsioni sull’epidemia della stagione corrente – spiega Stefania Salmaso, responsabile del Centro di epidemiologia dell’Iss – anche perché all’inizio dell’inverno c’é comunque un aumento di frequenza di malattie clinicamente simili all’influenza, dovute ad altri virus o batteri. Nell’arco degli ultimi sette anni solo nel 1999, l’epidemia è stata precoce con la massima incidenza a cavallo di Capodanno”.
“Il numero di nuovi casi è ancora relativamente basso – continua l’esperta – considerando che ogni epidemia stagionale fa ammalare tra i 2 e i 5 milioni di persone”.