L’istituzione dell’autonomia scolastica per il Fermi di Modena sarà proposta domani al Consiglio provinciale nell’ambito della Programmazione dell’offerta formativa ed educativa e dell’organizzazione scolastica per l’anno scolastico 20082009.

La nuova autonomia porterà a 95 quelle funzionanti nel modenese (31 delle quali sono scuole superiori per circa 27 mila studenti) ed è funzionale a sostenere il processo di trasferimento dalla Provincia allo Stato dell’istituto tecnico che attualmente ha 760 studenti per due indirizzi: chimica industriale ed elettronica e telecomunicazioni.

«L’autonomia rappresenta una delle tre condizioni per aprire con il ministero il tavolo di confronto per la definizione della convenzione» sottolinea l’assessore all’Istruzione Silvia Facchini elencando le altre due: la stabilizzazione del personale e l’accertamento di idoneità sulla base della relazione elaborata nelle scorse settimane dagli ispettori ministeriali.
Il percorso è stato avviato formalmente lo scorso febbraio e in marzo la giunta ha approvato all’unanimità la decisione con la volontà di «garantire stabilità e continuità all’attività didattica della scuola, integrandola nell’obiettivo più generale del rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, e di assicurare il pieno diritto di accesso a tutti gli studenti». Il 9 maggio si è svolto l’unico incontro con il ministero, mentre nel frattempo si è sviluppata la trattativa con i sindacati sui precari che si è conclusa con l’accordo del 12 novembre per la stabilizzazione nel 2008 di sei docenti e quattro cosiddetti Ata, che si aggiungono ai due docenti già stabilizzati nel 2007.

Rispondendo ai docenti che chiedono garanzie sul posto di lavoro, l’assessore Facchini afferma: «E’ lo stesso obiettivo della giunta per garantire la qualità della didattica e la valorizzazione delle competenze professionali sedimentate nell’istituto. Il personale di ruolo, infatti, passa da 67 a 79 persone, riducendo quello a tempo determinato da 40 a 30 unità». E fa parte sempre degli obiettivi della Giunta anche la richiesta di mantenere gli standard qualitativi della scuola: «Alla base del confronto con il ministero – spiega l’assessore – c’è proprio la valorizzazione della qualificata tradizione di formazione tecnica dell’istituto sviluppatasi nei 50 anni di attività in simbiosi con i processi di modificazione del tessuto industriale locale. Nella scuola, comunque, la qualità la garantiscono i docenti e il Piano dell’offerta formativa».