La relazione Servizi sociali territoriali – Un anno di attività è il resoconto del primo anno di
attività, il 2005, dei cinque Poli di servizi sociali territoriali del Comune di Reggio.

Oggi il Polo si presenta come spazio/luogo in cui: accogliere cittadini e famiglie che espongono problemi e chiedono sostegno alle loro difficoltà svolgendo quindi una funzione di sportello sociale; costruire i problemi da trattare (in modo integrato tra operatori provenienti dalle diverse aree) in ascolto progettuale con il contesto sociale; individuare le priorità; lavorare sulla ri-costruzione dei legami di fiducia con i cittadini e tra gli operatori; riconoscere la famiglia e il contesto sociale come soggetti con cui co-costruire il servizio.
Si tratta, dunque, di un assetto organizzativo dei servizi più aperto e dinamico, che diventa
parte e promotore della crescita del proprio territorio ed è in grado di confrontarsi con le
altre realtà territoriali per produrre ulteriore conoscenza. Rappresenta una ricomposizione
degli strumenti di lavoro sociale, una integrazione forte delle leve e delle risorse a disposizione volta a collocare sempre un problema specifico in una cornice affinché meglio possa essere affrontato e sostenuto.
Il 2005 rappresenta l’anno del consolidamento dell’organizzazione dei cinque Poli di servizi
sociali territoriali: si è rafforzato il rapporto con i cittadini e con il territorio, si sono delineati progetti, collaborazioni; sono state definiti percorsi di lavoro e strategie.

La relazione 2005 illustra gli aspetti più significativi di questa nuova organizzazione: la prima parte offre un orientamento teorico e metodologico della riorganizzazione dei servizi sociali; la seconda, suddivisa in cinque sezioni, una per ogni Polo, descrive il territorio attraverso una ricostruzione storico-urbanistica e propone dati statistici (aggiornati al 31 dicembre 2005) relativi ai singoli Poli; si tratta di dati che consentono di conoscere le
diverse peculiarità dell’assetto demografico: distribuzione della popolazione, numero di
anziani, minori e immigrati, principali tipologie familiari; sono inoltre riportati i dati di servizio relativi all’accoglienza (numero domande accolte, tipo di orientamento rispetto ai bisogni espressi) e alle tipologie dei servizi erogati alle famiglie (anziani, adulti, minori, disabili).
Un’attenzione particolare è rivolta alla descrizione dei progetti che ogni Polo attiva con il territorio, al coinvolgimento dei diversi interlocutori sociali (associazioni, enti, circoscrizioni). Ampia risonanza è data alle risorse informali presenti sul territorio per favorire la costruzione di legami, di solidarietà con i cittadini.
La terza parte contiene le tabelle complessive dei dati di servizio, alcuni dati di confronto tra i diversi Poli, la spesa sociale sostenuta e sono state inserite le cartine topografiche relative ad ogni Polo con l’ubicazione dei principali servizi pubblici e privati.
La relazione 2005 è il risultato di diverse collaborazioni: è stata scritta dalle cinque
coordinatrici dei Poli (Federica Anghinolfi, Daniela Scrittore, Chiara Bonazzi Elena Orlandini, Germana Corradini) e curata da Sirte Cornioli, Annamaria Fabbi, Barbara Guarniero. Alla sua realizzazione hanno collaborato diversi servizi comunali (elaborazione dati, ricostruzione storica e urbanistica del territorio, cartine topografiche, impaginazione grafica).

Un nuovo modello di welfare territoriale
Le trasformazioni profonde che la città ha vissuto negli ultimi anni hanno cambiato i punti di riferimento delle strategie dei servizi. La riorganizzazione dei Servizi sociali del Comune
di Reggio Emilia si colloca in questo quadro di veloce e profondo cambiamento della società e della vita quotidiana dei cittadini. Ciò si traduce in attese e richieste sempre più pressanti avanzate dai cittadini alle Amministrazioni pubbliche e in un cambiamento del quadro legislativo che indirizza l’azione degli enti locali, in particolare nel sociale.
Si legge nel programma della Giunta: “La nostra realtà è di fronte a sfide di una ‘modernità’
che si misura con le contraddizioni di un forte sviluppo e di un benessere diffuso che producono anche squilibri e contraddizioni (aree di povertà materiale e morale, difficoltà abitative, disagio e sofferenza, emarginazione ed esclusione, malessere giovanile e adolescenziale, solitudine).
Parallelamente crescono le competenze dei cittadini, nuove esigenze di libertà e realizzazione, domande di qualità. Di fronte alle nuove emergenze, alle complessità e alla velocità dei cambiamenti (più anziani, più nascite, più immigrazione, più insicurezza lavorativa) c’è il rischio che la nostra comunità si richiuda in se stessa, che si allenti la coesione e la solidarietà sociale. Occorre rispondere all’insicurezza, al senso di precarietà e di inadeguatezza rinsaldando il tessuto connettivo della nostra comunità,
promuovendo l’etica della responsabilità ed affermando il diritto di cittadinanza di tutti i
cittadini, come pieno riconoscimento ed esercizio delle capacità e della dignità di ogni
persona e come riconoscimento dei doveri inscindibilmente connessi all’attribuzione dei
diritti”. E ancora: “le parole chiave delle politiche sociali di questi anni saranno: coesione
sociale, convivenza e integrazione, senso di appartenenza e comunità, diritto di cittadinanza,
solidarietà”.
La tradizione della città, l’impulso dei cittadini e lo sviluppo della cultura della solidarietà,
hanno prodotto l’esperienza dei servizi e una capillare e diffusa presenza di un privato
sociale molto attivo. Tutto ciò comporta per i servizi sociali un cambiamento di prospettiva.
La pratica di un nuovo welfare comunitario, di un nuovo welfare municipale, implica l’adottare uno sguardo educativo e preventivo per meglio comprendere i problemi e progettare gli interventi; implica assumere la famiglia come ambito primario di relazioni significative, come risorsa da valorizzare, come soggetto di politiche specifiche; implica il dare vita a sportelli sociali, a definire e praticare in modo condiviso obiettivi ed azioni, a
collegarsi costantemente con le risorse presenti nel territorio, a monitorare e verificare l’attività svolta.