La ricerca effettuata da Comune di Reggio, Provincia e Agenzia per la mobilità-Act quale strumento conoscitivo in vista della predisposizione del Piano strategico della mobilità, ha analizzato anche i dati relativi al parco veicolare immatricolato e all’incidentalità delle nostre strade.

Due aspetti, ovviamente, legati tra loro sui quali – in particolare sulla sicurezza – pure il Piano strategico della mobilità dovrà lavorare (e in parte lo sta già facendo ad esempio con il Piano provinciale della moderazione del traffico presentato in settembre). Questi i dati emersi.

Brescello il comune più a quattro ruote
Dall’analisi del parco veicolare immatricolato (non necessariamente quello circolante) emerge che in provincia sono presenti ben 612 autovetture ogni 1000 abitanti (contro le 581 della media nazionale e le 610 della media regionale). La palma del Comune più a quattro ruote spetta a Brescello con 707 auto mentre quello con minore disponibilità è Collagna con 500. Reggio Emilia – con 630 auto ogni mille abitanti – si attesta comunque sopra la media provinciale.
Siamo in perfetta linea col valore nazionale, invece, per quanto riguarda i motocicli: 78 ogni 1000 abitanti (più alta la media regionale, pari a 90). Qui è Albinea a surclassare tutti con un valore di 103 motocicli, mentre a Villa Minozzo spetta la palma del comune con minor numero di motocicli (50). Reggio Emilia si attesta a 89 moto ogni mille abitanti.
La tipologia di alimentazione ricalca i dati già ritrovati nelle interviste su strada, con una forte prevalenza del gasolio nei mezzi più recenti.

Tante auto, tanti incidenti
A un elevato numero di auto corrisponde inevitabilmente, purtroppo, un alto tasso di incidentalità. Reggio Emilia è infatti la sesta provincia in Italia per numero di incidenti (6,49 ogni mille abitanti), la quinta per numero di feriti (9,184) e la nona per tasso di mortalità (0,19 ogni mille abitanti). Tutti i parametri sono quasi doppi rispetto alla media nazionale, ma in linea con quelli dell’Emilia Romagna (la prima in tutte e tre le graduatorie). In regione siamo terzi sia per tasso di incidenti e feriti (dietro a Rimini e Forlì-Cesena), sia per numero di vittime (dietro a Ferrara e Piacenza).
L’incidentalità è pertanto uno dei principali problemi della mobilità della nostra provincia. Pur in presenza di un trend di costante decrescita sia del numero degli incidenti sia del numero di morti e feriti negli ultimi anni, i dati restano a livelli decisamente preoccupanti. Nel 2005 si sono registrati infatti ben 4.493 incidenti con 3.707 feriti e 77 vittime.

Reggiani pessimi guidatori, bene le rotatorie
Naturalmente l’elevato tasso di motorizzazione spiega in parte tale dinamica, insieme a uno stile di guida dei reggiani che lascia molto a desiderare: oltre il 20% degli incidenti avviene infatti in forma autonoma, quasi sempre a causa di distrazione del conducente o per eccessiva velocità.
Resta comunque il fatto che molte infrastrutture stradali presentano criticità che vanno – e in parte sono già state – superate. Non a caso avvengono agli incroci e comunque nei punti di conflittualità ben il 65% degli incidenti su strade urbane ed il 70% sulle strade in ambito provinciale.
La costante creazione nel corso degli ultimi anni di rotatorie agli incroci ha contribuito a ridurre la incidentalità ed a renderne meno gravi gli effetti.

Ciò è confermato anche da una ricerca effettuata su alcune rotatorie per confrontare l’incidentalità prima e dopo la realizzazione della rotonda, riscontrando un nettissimo miglioramento. Le due rotatorie più ‘anziane’ – quelle tra via XX Settembre e via Copernico e tra via Francia e via Unione Sovietica, entrambe inaugurate nell’ottobre 1998 – hanno infatti registrato in tre anni (dal 1999 al 2001) soltanto 5 incidenti (nessuno mortale), contro i 26 incidenti (2 dei quali mortali) accertati nel trienno precedente 1996-1998.