Per l’ Emilia Romagna si stima che le risorse destinate al Piano di sviluppo rurale nei prossimi sette anni saranno pari a circa 700 milioni di euro di contributi pubblici totali (Unione europea, Stato e Regioni ) da dividere tra le nove amministrazioni provinciali, con Modena che dovrebbe intercettarne circa 87 milioni.

Il Programma di sviluppo rurale europeo rappresenta un insieme di opportunità, di finanziamenti per le imprese agricole con una dotazione finanziaria di circa 70 miliardi di euro di sola quota comunitaria alla quale vanno aggiunte le quote degli Stati membri e delle Regioni per arrivare complessivamente a circa 140 miliardi di euro da investire nei sette anni in cui sarà operativo (dal 2007 al 2013). Le Regioni hanno da due a quattro mesi per approvare definitivamente i loro Programmi di sviluppo rurale che varranno per il periodo 1 gennaio 2007 – 31 dicembre 2013. L’ Emilia Romagna, prevedendo di definirlo entro la fine del mese di giugno – luglio, ha approvato la bozza che contiene le prime indicazioni programmatiche.

Per accogliere suggerimenti ed osservazioni da tutte le Province, l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni sta incontrando, nelle diverse Province emiliano romagnole gli enti pubblici e il mondo organizzato agricolo. Le risorse serviranno a conseguire tre obiettivi fondamentali: accrescere la competitività del settore agricolo e forestale, favorendo l’insediamento di giovani imprenditori (meno di 40 anni) in agricoltura, l’ammodernamento delle imprese agricole, forestali e delle imprese agroalimentari nonché la formazione degli operatori agricoli; valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio, favorendo l’adozione di tecniche produttive a minor impatto ambientale (agricoltura biologica eccetera) compensando gli agricoltori che operano in zone svantaggiate per i maggiori costi che debbono sopportare, migliorando la biodiversità animale e vegetale; migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche, sostenendo le attività non prettamente agricole quali l’agriturismo, le fattorie didattiche, sostenendo la creazione e lo sviluppo di microimprese incentivando le attività turistiche, l’avviamento di servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale.