Nei nostri fiumi, in Italia, ogni giorno, vengono commessi 4 illeciti: sono 5.000 i reati tra il 2003 e il 2005, 4.053 amministrativi e 991 penali. Pesca illegale, captazioni, sversamento di sostanze inquinanti delle acque, mancata depurazione degli scarichi civili e industriali, furto di ghiaia e inerti dagli alvei e abusivismo edilizio lungo le sponde: ecco i principali nemici degli ecosistemi fluviali e delle tante economie locali eco-sostenibili che vi convivono.

E parliamo soltanto di quegli illeciti che sono stati accertati dal Corpo forestale dello Stato, senza tenere conto di quelli accertati dalle altre forze di polizia che concorrono alla salvaguardia dei fiumi e senza contare le regioni autonome e a statuto speciale.

“I fiumi sono ancora troppo spesso considerati una terra di nessuno – spiega Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – a volte un vero e proprio far west dove cittadini incivili, amministrazioni poco attente, ma anche la criminalità organizzata, si accaniscono contro l’ambiente. Le tante illegalità lungo i fiumi confermano ancora una volta l’assoluta necessità di introdurre i reati contro l’ambiente nel codice penale, con l’inasprimento delle pene e delle sanzioni per le illegalità contro un ecosistema da troppi considerato secondario e sacrificabile. Il C.f.S. stà realizzando un lavoro importante di controllo del territorio e di repressione dei reati – conclude Rambelli – ma tutti devono fare di più, a partire dagli enti locali, con più puntuali ed attente istruttorie, controlli e verifiche sulle concessioni autorizzate, come ad esempio per le captazioni e per le escavazioni in alveo che nella nostra regione hanno rappresentato e rappresentano un gravissimo problema”.

“In Emilia-Romagna – dichiara Massimo Becchi segretario regionale dell’Associazione – sono stati commessi dal 2003 al 2005 12 reati sulle acque interne al mese, ossia un totale di 432 reati, di cui 380 illeciti amministrativi e 52 penali. Non a caso la nostra regione è al quarto posto in Italia per reati ambientali. A questi andrebbero aggiunti quelli rilevati dalle altre forze dell’ordine. Un dato preoccupante – continua Becchi – è il saccheggio di inerti dal Po, fenomeno che si è attenuato dopo le nostre denunce del 2002, ma che continua ad essere presente, comportando, oltre ad un danno economico per la Regione, anche squilibri ambientali con l’abbassamento dell’alveo del Po (che è stato di oltre 4 metri negli ultimi decenni).
Gli scarichi inquinanti – conclude Becchi – e le captazioni abusive sono all’ordine del giorno, viste anche le numerose segnalazioni che arrivano alle nostre Guardie Ecologiche Volontarie, e comportano un peggioramento qualitativo delle acque superficiali, con un dato medio ben al di sotto della media nazionale con un 37 % dei campioni effettuati di qualità scarsa o pessima e solo un 25 % buono (nessun elevato).
Per una maggiore sorveglianza dei corsi d’acqua e soprattutto del Po è necessario costruire un corpo di polizia fluviale specializzato che sappia affrontare in modo tempestivo ed efficace gli illeciti, in aree da sempre considerate di frontiera. Il controllo satellitare delle draghe è già un grosso deterrente, ma da solo abbiamo già visto non è sufficiente a fermare il fenomeno degli agguerritissimi ladri di sabbia”.

La grande festa dei fiumi continua sino a sabato 3 giugno lungo 30 aste fluviali dal sud al nord del Paese. In Emilia-Romagna Legambiente e CFS saranno presenti a Boretto (RE) il giorno 3 giugno dalle 9,30 alle 17, in località Lido Po.