L’alterazione nella struttura tridimensionale delle proteine è all’origine di alcune delle più note patologie: l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica, il diabete del secondo tipo, l’amiloidosi sistemica, amiloidosi da emodialisi, il 50% dei tumori, rientrano tra i 25 casi più diffusi dovuti proprio a queste modificazioni.

Si tratta di dati impressionanti, che segnalano l’allarme sociale per le sue conseguenze, deducibili peraltro dai registri della Sanità Regionale, ai quali l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia dedicherà molta attenzione allo scopo di comprendere le nuove frontiere e prospettive della ricerca nell’ambito delle Neuroscienze.

Con questa finalità il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Ateneo organizza a partire da domani, lunedì 29 maggio, alle ore 17.45, una serie di “Incontri di Neuroscienze”, che saranno aperti al pubblico, ospitati presso l’Auditorium “Giorgio Fini” (via Bellinzona 27/a) a Modena.

Nel primo appuntamento, il prof. Luigi Francesco Agnati del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia affronterà il tema de “Le Malattie degenerative da alterazione della forma delle proteine: un inesauribile vaso di Pandora”. L’incontro sarà introdotto dal saluto del delegato del Rettore prof. Ferdinando Taddei.

Nella realtà modenese sono presenti competenze ed interessi multidisciplinari nell’ambito delle Neuroscienze, che negli ultimi anni hanno registrato uno straordinario sviluppo grazie all’introduzione ed al perfezionamento di diverse tecniche di esplorazione funzionale del sistema nervoso, dalla biologia molecolare alle neuroimmagini funzionali, ed alla fortissima collaborazione interdisciplinare fra clinici e studiosi di diverse discipline.