Si chiude con uno spettacolo di luci e ombre la stagione del Teatro delle Passioni di Modena che dal 9 al 14 maggio (feriali ore 21, festivo ore 17) ospiterà ‘La ballata del carcere‘ di Reading con la regia di Elio De Capitani.

Il testo, scritto da Oscar Wilde durante il suo internamento nel carcere di Reading con l’accusa di sodomia, narra, attraverso la forma della ballata che è un lamento poetico, la storia dell’impiccagione di un giovane detenuto colpevole di aver ucciso la propria amante per eccesso di passione e delle reazioni dei suoi compagni di pena. Un canto di bellezza e desiderio, rabbia e dolore, in una creazione che nella forma del recital riesce a trovare l’intreccio tra musica, canzoni e parole.

Giovanna Marini e Umberto Orsini, due artisti dai percorsi differenti, si incontrano per dar vita a uno spettacolo casto e forte creato su misura per loro due: lei con la chitarra e la sua musica, lui con la sua voce e le parole del poeta. Le cinque ballate composte dalla Marini per l’occasione, introducono la parola di Orsini e a volte si accavallano sovrapponendosi a testimoniare i pensieri di Wilde. La regia valorizza le zone d’ombra e di luce che dal testo affiorano, studiando un percorso geometrico che rappresenta il viaggio della mente e il cammino dello sguardo che si trasforma in parola.

Dai versi di Wilde affiorano le terribili condizioni carcerarie ma anche l’ansia d’amore dei reclusi. Lo spettacolo spoglio e fondato sul fondamentale apporto dei due interpreti, riesce ad arrivare al cuore delle parole attraverso suggestioni semplici e non artificiali: Giovanna Marini rivela con grande abilità gli accenti agrodolci del testo di Wilde in cinque ballate che sono altrettante citazioni di stili musicali, passando dai Beatles a Schubert; Umberto Orsini riesce ad attingere e a trasformare le forti emozioni presenti nello scritto, senza forzarle con sofisticazioni innaturali.