Volge alla conclusione la stagione del Teatro Storchi ospitando, da oggi al 14 maggio (5, 6, 9, 11, 12, 13 maggio ore 21, il 7 e il 14 maggio ore 15.30), ‘Assassinio nella cattedrale‘ allestito dal Teatro Biondo Stabile di Palermo.

La famosa opera di T. S. Eliot, con la traduzione di Giovanni Raboni, viene riproposto a settant’anni dalla sua prima messinscena avvenuta nel 1935 nella sala capitolare della cattedrale di Cantherbury, medesimo luogo di azione del dramma. Il testo, celebre in letteratura, ma poco rappresentato nelle scene italiane, fa rivivere, grazie a un allestimento che ne esalta la dimensione spirituale e liturgica, i conflitti che si agitano nell’intimità dell’arcivescovo di Cantherbury, Thomas Beckett.

La cattedrale entra fin dentro alla platea, si impone grazie alla trovata scenografica di Pietro Carriglio che, firmandone anche la regia, riesce a valorizzare con mano ispirata la caparbietà del vescovo nel volere servire Dio. Orchestrando movimento e recitazione nello spazio scenico che si configura come vincolo e come sfida la regia di Carriglio valorizza la coralità dell’opera ponendola dentro allo scorrere degli eventi e al tempo stesso la colloca come figura di contraltare al personaggio cardine che vede nell’arcivescovo la figura capace di redimere un mondo privo di significato in cui al crollo dei valori tradizionali non segue la nascita di nuove certezze. Il linguaggio utilizzato da Eliot è scabro, arido, quotidiano ma allo stesso tempo aperto a echi di mistero e risonanze metafisiche, e trova, nelle lunghe pause che scandiscono lo scoramento e la disperazione delle donne alla morte del vescovo, la rappresentazione dello sconforto.