Un esercito di cinquemila faraone per combattere le cavallette. La ‘guerra’ all’insetto che infesta parte della collina modenese scatterà da metà maggio. Questo è il secondo anno che viene usata ‘l’arma’ della faraona, considerata una dei più efficaci predatori di cavallette.

Finora si era ricorso alle ‘armi’ chimiche le quali però si erano rivelate poco incisive, costose e anche controproducenti perché andavano impiegate su un territorio dove esistono molto aziende di agricoltura biologica.

Il passaggio dalla guerra chimica a quella biologica ha incontrato l’interesse dei coltivatori e l’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Modena insieme al Consorzio fitosanitario, la Regione e i Comuni ha messo a punto il progetto per l’impiego delle “faraone”. L’anno scorso vi avevano aderito 57 aziende che nella caccia alle cavallette avevano utilizzato 2.500 faraone distribuite dalla Provincia. Visto il buon andamento della campagna quest’anno i numeri si sono moltiplicati: le aziende che hanno aderito al progetto sono salite a 136 e hanno richiesto complessivamente 5.400 faraone. I costi delle faraone sono per il 50 per cento a carico degli agricoltori (un euro a pulcinotto) e il restante a carico degli enti locali.

I Comuni interessati sono Guiglia, Zocca, Marano, Fiorano, Savignano, Castelvetro per una superficie complessiva di 1.189 ettari. L’epicentro è Guiglia dove vi sono più richieste (55 aziende per 2.400 faraone) seguito da Zocca (33 richieste per mille faraone) e Marano (19 aziende e 800 faraone).

Agli agricoltori le faraone saranno distribuite a metà maggio (cinque animali per ettaro fino ad un massimo di cento per richiedente). I tecnici del Consorzio fitosanitario intanto fanno sapere che l’uso delle faraone non è l’unica strada che si batte, ma parallelamente continua la sperimentazione di prodotti microbiologici per arrivare a combattere ancora più efficacemente l’infestazione delle cavallette nel rispetto dell’ambiente.