Saranno 3.353.946 gli elettori emiliano-romagnoli che domani domenica 9 e lunedì 10 aprile si recheranno alle urne per eleggere i nuovi rappresentanti della Camera dei deputati, mentre 3.139.035 elettori con un’età superiore ai 25 anni saranno chiamati ad esprimersi anche per il Senato della Repubblica. In Emilia-Romagna sono 43 i seggi da assegnare alla Camera e 21 al Senato.


Per votare gli elettori devono recarsi alla sezione elettorale a cui sono iscritti muniti della propria tessera elettorale e di un documento d´identità valido.


Nel seggio si riceveranno due schede: una di colore rosa per la Camera e una di colore giallo per il Senato.


Sulla scheda i simboli dei partiti sono accorpati su righe orizzontali in base alla coalizione di appartenenza.


Per votare basta fare un segno, croce o barra, su uno solo dei simboli. Non si possono esprimere preferenze per i singoli candidati, pena l’annullamento del voto.


Gli elettori affetti da gravi infermità e che non possono lasciare la propria abitazione possono votare a domicilio, purché abbiano presentato richiesta al sindaco del Comune di residenza.


I seggi resteranno aperti domenica dalle 8 alle 22, e lunedì dalle 7 alle 15. Gli elettori che si troveranno nel seggio alla scadenza degli orari stabiliti saranno ammessi a votare anche oltre il termine.

Gli scrutini inizieranno immediatamente dopo la chiusura dei seggi cominciando dal Senato.



Il sistema elettorale


La legge 21 dicembre 2005, n. 270, ha riformato i sistemi di elezione dei 630 deputati della Camera e dei 315 senatori, introducendo il voto di lista e il premio di maggioranza a favore della coalizione di liste collegate o della lista isolata che ottenga il più alto numero di voti, su base nazionale per la Camera o su base regionale per il Senato.
Risultano dunque abrogati i sistemi elettorali misti, che erano stati introdotti nel 1993 e applicati nelle elezioni parlamentari del 1994, 1996 e 2001, con cui tre quarti dei deputati e tre quarti dei senatori venivano eletti nell’ambito di collegi uninominali, in un unico turno di votazione, a maggioranza relativa dei voti; mentre il restante quarto costituiva la quota proporzionale, attribuita con modalità differenziate nelle 26 circoscrizioni elettorali per la Camera tra le liste che avessero superato lo sbarramento del 4 per cento nazionale dei voti), e nelle regioni per il Senato.
Alla Camera la nuova legge elettorale prevede delle soglie di sbarramento, con l’intento di spingere i partiti a costruire coalizioni ampie (se la somma dei partiti coalizzati tra loro non raggiungesse il 10%, la coalizione non porterebbe nessun deputato in Parlamento), e per incentivare i piccoli partiti a unire le forze (le formazioni politiche che non si alleano e che non raggiungono il 4% dei voti non avranno seggi alla Camera, così come i partiti che pur coalizzandosi con altri non arrivano al 2% dei suffragi. I loro voti conteranno comunque per la coalizione).

Individuata la coalizione vincente, cioè quella che ha ottenuto il maggior numero di voti a livello nazionale, si procederà a verificare se realizza almeno il 55% dei seggi, e cioè se su base nazionale ha ottenuto un numero superiore a 340 deputati. Se è inferiore, al fine di garantire alla coalizione vincente una maggioranza in grado di governare, la legge stabilisce il cosiddetto ‘premio di maggioranza’: verranno così assegnati alla coalizione vincente un numero ulteriore di deputati, tale da consentirgli di arrivare a 340. I restanti 277 seggi vengono assegnati a ciascuna delle restanti liste.

In Emilia-Romagna verranno eletti 43 deputati.
Anche il Senato della Repubblica sarà eletto, come la Camera, in modo proporzionale, ma alla ripartizione dei seggi accedono solo le singole liste che abbiano conseguito almeno l’8% del totale dei voti validi, o le liste che abbiano ottenuto almeno il 3% dei voti validi se fanno parte di una coalizione che abbia ottenuto una cifra elettorale pari al 20% del totale dei voti validi espressi nella regione.
Per l’attribuzione dei seggi si verifica quale sia la lista o la coalizione di liste che in sede regionale ha ottenuto il maggior numero di voti e che quindi deve essere considerata vincente, poi si verifica se ha conseguito almeno il 55% dei seggi assegnati alla regione, con arrotondamento all’unità superiore. Qualora la lista vincente non abbia conseguito tale traguardo, anche al Senato come alla Camera viene attribuito un premio di maggioranza, cioè viene assegnato un numero ulteriore di seggi per raggiungere la percentuale del 55%.