Il Teatro dei Venti – Centro per la Ricerca Teatrale di Modena – in collaborazione con la Regione Emilia Romanga, la Provincia di Modena e il comune di Modena presenta ad Aprile un fitto programma di spettacoli e laboratori.


Dal 6 all 11 aprile andrà in scena alle 21.30 lo spettacolo “Donne e Resistenza. Creature d’azione” sulla figura di due staffette partigiane dell’Appenino Modenese.
Stefano Tè e gli attori del Gruppo di Ricerca Nido dei Venti presentano in collaborazione con il Comune di Montefiorino e Il Centro Documentazione Donna ripresentano lo spettacolo teatrale ispirato alle vicende della Resistenza dopo il debutto romano al Teatro Furio Camillo di Roma all’interno della rassegna “Grafie Teatrali”. In scena Alessandra Amerio, Francesca Figini, Antonio Santangelo e Pino Dieni autore delle musiche originali.

Il Teatro dei Venti – Centro per la Ricerca Teatrale inaugura così la sua nuova stagione dedicata alla produzione culturale che vedrà nei prossimi mesi la produzione di nuovi spettacoli per adulti e bambini. Lo spettacolo “Donne e Resistenza. Creature d’Azione” viene ripresentato in versione definitiva e aggiornata per rinnovare l’impegno del Gruppo Nido dei Venti nella Ricerca Artistica a partire dalle risorse storiche del territorio modenese. Il mese di Aprile con le celebrazioni della Liberazione e il sessantennale al voto alle donne si presenta come il mese ideale per proporre la versione definitiva dello spettacolo.

Sulla scena le due donne sono figure ispirate a due partigiane realmente esistite dell’Appennino Modenese, ma dal destino differente: Teresa Monari e Irma Marchiani. Queste due donne si sono incontrate due volte durante la loro vita: di ritorno da una prigionia dalla quale entrambe erano riuscite a uscire indenni, e in carcere, proprio nell’occasione in cui Anty(Irma Marchiani) verrà processata e fucilata. Nel primo di questi due incontri, pur conoscendosi di fama, non essendosi mai viste prima e non ritenendo prudente dichiarare le proprie generalità, fecero finta di nulla e parlarono d’altro, pur essendo entrambe coinvolte nelle stesse vicende; nel secondo, erano in due celle attigue e, non vedendosi ma volendo parlare senza lasciarsi intendere dai carcerieri, comunicarono attraverso il canto.