Tra le grandi città italiane Bologna ha una delle più basse percentuali di vetture immatricolate prima del 1993 e quindi non catalizzate. La quota di queste auto vecchie ed altamente inquinanti a Firenze è pari a 18,15%, contro il 18,45% di Genova, il 19,34% di Bologna, il 20,55% di Milano, il 20,62% di Roma, il 20,71% di Torino, il 31,73% di Palermo e il 44,25% di Napoli.

Nella maggior parte delle città la quota delle non catalizzate è dunque elevatissima e ciò costituisce un rischio permanente per la qualità dell’aria e dell’ambiente, in quanto queste vetture hanno emissioni inquinanti di molte volte superiori a quelle di un’auto immatricolata nel 2006, soprattutto se non sottoposte a regolare manutenzione.
I dati, sulle auto non catalizzate ancora in circolazione, emergono da elaborazioni dell’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca della più importante rassegna espositiva internazionale di attrezzature, prodotti e servizi per l’assistenza ai mezzi di trasporto, la cui prossima edizione, la 22a, si terrà nel quartiere fieristico di Bologna dal 23 al 27 maggio 2007.
Per limitare l’emergenza inquinamento nei centri storici delle nostre città anche i blocchi del traffico si sono rivelati inefficaci, mentre per far fronte a questa situazione occorrerebbe soprattutto completare il rinnovo del parco degli autoveicoli.

Le tecnologie automobilistiche hanno significativamente ridotto negli ultimi anni le emissioni inquinanti dei nuovi autoveicoli. Dalle elaborazioni dell’Osservatorio Autopromotec su dati Unrae emerge infatti che, fatta 100 l’emissione di ossido di carbonio di una vettura a benzina immatricolata nel 1983, per un’auto immatricolata nel 1990 il livello di emissione scende a 36. Con le prime auto catalizzate Euro 1 (1993) l’indice si riduce a 13, per scendere addirittura a 3 nel 2005. Stessa dinamica anche per la riduzione dell’indice delle emissioni di idrocarburi incombustibili e di ossidi di azoto che progressivamente, dal 1983 al 2005, è sceso addirittura da 100 fino a 2. Ciò significa che per le autovetture a benzina di nuova immatricolazione dal 1983 al 2005 i livelli di emissioni inquinanti si sono ridotti del 97% per l’ossido di carbonio e del 98% per gli idrocarburi incombustibili e l’ossido di azoto. In altri termini un’auto immatricolata nel 1983 che continua a circolare inquina mediamente come 40 auto immatricolate nel 2005 e molto di più se non è stata sottoposta a regolare manutenzione.

Analoghi risultati sono stati conseguiti anche per le vetture a gasolio di nuova immatricolazione. L’indice di emissione di ossido di carbonio di una vettura a gasolio scende drasticamente passando da 100 nel 1983 a 2 (–98%) per un’auto immatricolata nel 2005, parimenti l’indice delle emissioni di idrocarburi incombustibili e di ossidi di azoto, dal 1983 al 2005, si riduce da 100 fino a 5 (-95%). Significativa è anche la riduzione delle emissioni inquinanti di particolato. Fatta 100 l’emissione di particolato di una vettura a gasolio immatricolata nel 1990, per un’auto immatricolata nel 1993 (Euro 1) il livello di emissione si dimezza, scendendo a 52. Con le prime auto catalizzate Euro 2 (1996) l’indice si riduce a 37, per calare addirittura a 9 nel 2005. Ciò significa quindi che autovetture a gasolio di nuova immatricolazione dal 1983 al 2005 hanno ridotto le emissioni di particolato del 91%.