Mentre appaiono ancora problematiche per alcune fasce sociali la questione ‘casa’ e la “conciliazione dei tempi di lavoro con la cura della famiglia ed in particolare dei figli piccoli”, si assiste ad un incremento del fenomeno immigratorio nella nostra regione, tanto da registrare nel 2003 una presenza di immigrati extracomunitari pari al 5,1 della popolazione regionale a fronte di una media nazionale del 3,5. E’ quanto si legge nella relazione ad un progetto di legge del gruppo regionale di alleanza nazionale che mira, insieme ad altri provvedimenti, a riequilibrare la situazione dell’accesso ai servizi ed in particolare in questo caso all’edilizia residenziale pubblica.


“Oggi infatti – sostengono i consiglieri firmatari – in Emilia-Romagna tale accesso avviene in modo indifferenziato per i cittadini italiani e stranieri. Lasciando quindi le cose come stanno, gli emiliano-romagnoli avranno sempre meno possibilità di fruire di questi servizi. Nel 2005, per esempio, ben il 27,3% delle nuove assegnazioni di alloggi pubblici degli ACER provinciali sono state a favore di extracomunitari, con punte del 41,8% a Modena e del 32,4% a Piacenza”.

“Emerge di conseguenza la netta sproporzione – proseguono gli esponenti di an – fra la presenza di immigrati in regione e la loro possibilità di accesso ad un bene come un alloggio a canone ‘calmierato’ e questo notevole divario è destinato a crescere in modo esponenziale nel prossimo futuro” poiché “risulta evidente che le condizioni socio-economiche in cui vivono, certamente migliori di quelle di cui avrebbero goduto nei loro Paesi, non sono comunque rapportabili agli standard italiani”.

“Tuttavia è altrettanto evidente che il fatto di appartenere ad una comunità di relativo benessere medio, non può e non deve costituire un fattore penalizzante per le fasce deboli che ne fanno parte ed è altrettanto evidente che l’integrazione degli immigrati non può essere perseguita sulla pelle dei nostri concittadini”.

Di qui il presente progetto di legge, quattro articoli i tutto, che intende istituire “graduatorie separate” per italiani o cittadini comunitari ed extracomunitari, per l’assegnazione di edilizia residenziale pubblica, apportando una modifica alla legge regionale 24/2001, in materia di intervento pubblico nel settore abitativo.