Tante rapine in banca a Bologna con estrama facilita’. Un fenomeno che ha attirato l’attenzione della Procura bolognese che ha deciso di aprire un’inchiesta conoscitiva. Il fascicolo e’ sul tavolo del procuratore aggiunto Silverio Piro, coordinatore del gruppo Coc.

Gia’ in passato il questore Francesco Cirillo aveva convocato i direttori delle banche e aveva chiesto loro una maggiore collaborazione per porre un freno alle rapine. Cirillo aveva chiesto agli istituto di credito di far funzionare di piu’ le bussole e le telecamere a circuito chiuso, ma quella richiesta, alla luce dei fatti, non ha sortito effetti proprio a causa delle stesse banche. Per questo il questore ha annunciato in un’intervista a Repubblica che presentera’ un esposto in Procura per denunciare le banche dotate di sistemi di sicurezza che non funzionano o sono poco efficaci dal momento che non segnalano nemmeno quando uno e’ armato di pistola. In piazza Trento e Trieste nel frattempo hanno deciso di vederci meglio. Per esempio per capire come mai i malviventi vengono lasciati entrare anche con i caschi e i passamontagna calati sulla testa. Facile supporre che uno che si presenta cosi’ non deve certamente fare un versamento in conto.

Un altro particolare che fa riflettere e’ che spesso il bottino ha dei centesimi sospetti. E’ capitato, per esempio, che qualche istituto di credito abbia dichiarato di essere stato rapinato di ”X euro virgola tot centesimi” e i magistrati si chiedono se e’possibile che un malvivente arraffi le monete anziche’ le banconote. ”Non diciamo che qualcuno ci marci, magari per ripianare dei buchi – spiega un inquirente – pero’ e’ innegabile che si tratti di una situazione anomala che merita di essere approfondita”.

Nell’ambito di questa inchiesta verranno sentite anche le assicurazioni e l’associazione bancaria. Le prime potranno per esempio far presente agli investigatori se hanno dei sospetti su qualche rapina e in tal caso prendere l’esposto come trampolino da cui partire per indagare. Infine si chiedera’ alla Prefettura di varare un protocollo come quelli gia’ esistenti a Rimini e a Forli’ dove le banche sono tenute a rispettare determinate indicazioni altrimenti rischiano delle incriminazioni sulla base dell’articolo 650 del codice penale che punisce l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorita’.

E non e’ escluso che vengano chiamate a rispondere per non aver reso sicuro il posto di lavoro per i propri dipendenti costretti a fare i conti con i malviventi. Nei giorni scorsi, a tal proposito, uno dei pm del gruppo Coc, Stefano Orsi, si e’ incontrato con i responsabili di squadra mobile e reparto operativo dell’Arma.