Si può visitare fino a sabato 14 gennaio, dalle 9 alle 18, l’insolita mostra dedicata ai tombini stradali in ghisa “Manholes. Accessi al labirinto sotterraneo” allestita all’istituto Corni e al Palazzo dei Musei di Modena.

Dal tombino italiano dell’epoca fascista, con la sigla “Spqr” e il fascio littorio, a quelli di Praga e di Tartu, in Estonia, decorati con lo stemma araldico della città, fino ai modernissimi chiusini di Copenaghen e Bergen, veri e propri oggetti di design che completano l’arredo urbano. I tombini in mostra provengono da tutte le parti del mondo, da Bomporto fino a Salvador de Bahia, passando per Bologna, Firenze, Bucarest, Atene e Cuba. “Questi oggetti – afferma Stefano Bottoni, ideatore e curatore della mostra – sono le porte che ci fanno scoprire l’altra faccia della città, quella segreta delle invisibili gallerie e dei condotti sotterranei” e sono anche pezzi di artigianato, alcuni dei quali rari, di accurata arte fusoria. Stefano Bottoni è anche l’ideatore del “Museo delle ghise” di Ferrara, unico in Europa, nel quale da tre anni raccoglie tombini da tutto il mondo.

La mostra si può visitare è accompagnata da un reportage fotografico realizzato nei canali delle acque modenesi da Eleonora Oscari, studentessa dell’Istituto d’arte Venturi, sotto la guida della professoressa Antonella Battilani. Il tratto fognario “indagato” è quella che dal Palazzo ducale passa sotto corso Canal Grande e finisce nei pressi del Teatro comunale e che conserva ancora tracce delle opere ducali.