Dati sui prezzi al dettaglio, della grande distribuzione organizzata, all’ingrosso e tariffe sui servizi messi a disposizione dei cittadini e delle politiche per contrastare la povertà. Con la sigla del protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Unioncamere, Anci e Upi, avvenuta questa mattina nella sede della Regione, parte l’attività dell’Osservatorio regionale dei Prezzi e delle Tariffe, da realizzare in collaborazione con il Ministero delle Attività produttive e Istat, ma che ha coinvolto fin da subito tutte le associazioni di categoria e i sindacati.


“Si tratta di una delle prime iniziative a livello nazionale che coinvolge un tale numero di soggetti – ha detto il capo di Gabinetto della presidenza Bruno Solaroli – con l’obiettivo di fornire un quadro realistico della situazione regionale. Era un’esigenza avvertita da tempo – ha aggiunto – e che oggi viene avviata con l’impegno della Regione e di tutti i soggetti coinvolti”.

L’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli, che ha firmato l’accordo in sostituzione del Presidente Errani, ha sottolineato il valore della cooperazione istituzionale tra i vari soggetti per la realizzazione dell’Osservatorio.
“Un’iniziativa fortemente voluta dalla presidenza – ha precisato Campagnoli – con l’obiettivo di realizzare una politica di informazione per la trasparenza dei prezzi nei confronti dei consumatori, ma anche a supporto dei molti accordi di autoregolamentazione dei prezzi avviati da vari Comuni dell’Emilia-Romagna”.
“Con questa strumentazione – ha aggiunto l’assessore – si può inoltre delineare una politica per i prodotti ortofrutticoli regionali, grazie all’analisi non solo dei prezzi ma anche delle quantità vendute. In questi giorni abbiamo anche istituito il coordinamento regionale dei centri e dei mercati agroalimentari che, a partire da questa iniziativa, svilupperanno le loro funzioni per qualità, sicurezza, promozione dei prodotti del settore”.
Infine Campagnoli ha sottolineato la possibilità, attraverso la nascita dell’Osservatorio, di dare risposte ai bisogni e alla lotta alla povertà (che in Emilia-Romagna interessa il 4% della popolazione, un dato inferiore alla media nazionale del 7%) con la possibilità di concretizzare i mercati dell’ultimo minuto, a partire dalle esperienze già realizzate come quella del Banco Alimentare.

Claudio Sassi, presidente di Informercati, ha sottolineato l’attendibilità dei dati rilevati da agronomi ed enti gestori attraverso interviste mirate a chi vende e chi compra. “Negli ultimi dieci giorni – ha riferito – vi è stato negli ipermercati un calo sensibile delle vendite dell’ortofrutta (che riguarda il 2,75% della spesa totale alimentare). L’osservatorio può ad esempio evidenziare queste anomalie e adottare misure in merito”.

Alessandro Corsini, vicepresidente dell’Anci, ha sottolineato l’impegno dei Comuni per la rilevazione dei dati, non solo sui comuni capoluogo ma anche per quelli con una popolazione al di sopra dei 50mila abitanti, fornendo così dati territoriali più completi.

“Giusta la partecipazione delle Province – ha detto Enrico Manicardi, direttore dell’Unione Province Italiane – che hanno un proprio osservatorio economico e che devono entrare nella filiera per avere dati concordati e condivisi”.
Manicardi ha ricordato anche il ruolo dell’Upi per la rilevazione dei dati dei comuni con oltre 50 mila abitanti. Ha annunciato infine l’iniziativa “Cento indicatori per 100 Province”, presentata in anteprima al COMPA (che misura le funzioni di servizio nelle comunità locali) e che verrà presentata il 25 gennaio a Parma in un convegno nazionale.

“Non potevamo mancare – ha affermato Andrea Zanlari, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – poiché tradizionalmente siamo tecnici della rilevazione statistica dei beni di consumo e ci riteniamo a servizio del sistema”.
“E’ un lavoro necessario – ha precisato – che deve coinvolgere tutte le associazioni di categoria e i consumatori”.

L’attività dell’Osservatorio, come ha illustrato la responsabile del Servizio Commercio della Regione Paola Castellini, prevede l’analisi della dinamica dei prezzi della Grande distribuzione (rilevabili bimestralmente), quella territoriale del livello dei prezzi al consumo su tutti i comuni capoluoghi (su un paniere di 83 beni) in collaborazione con l’Istat; l’analisi dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli coltivati e commercializzati nei principali mercati all’ingrosso della Regione (rilevazione settimanale) ed infine l’analisi degli stili di consumo e la ricognizione degli accordi di autoregolamentazione dei prezzi, già avviati a livello locale, al fine di promuoverne la diffusione sull’intero territorio regionale.
I consumatori avranno così gli strumenti conoscitivi per orientarsi nell’offerta dei vari punti di vendita. Obiettivo primario della ricerca è proprio quello di dare ai cittadini consumatori di questa regione una corretta e completa informazione, l’osservatorio inoltre svolgerà uno studio sui diversi profili di consumo rispetto alle attese dei cittadini, tracciando un quadro di quali consumi siano percepiti come necessari e quali siano quelli più desiderati, cogliendo tendenze e prospettive per il futuro.

Nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio regionale dei prezzi e delle tariffe è prevista anche una serie di azioni volte a contrastare il rischio d’impoverimento di alcune fasce di popolazione. Fra queste la diffusione sul territorio regionale dei “mercati dell’ultimo minuto” (Last Minute Market), basati su un sistema virtuoso che recupera le eccedenze alimentari facendole arrivare direttamente sulla tavola dei più bisognosi.
In particolare la regione avrà il ruolo di coordinare l’iniziativa mettendo assieme domanda e offerta. I dati saranno tutti disponibili su un sito web (in linea a metà gennaio) con le informazioni, gli studi e gli approfondimenti condotti nell’ambito dell’Osservatorio Regionale dei Prezzi e delle Tariffe, per garantirne la massima fruibilità a tutti i soggetti interessati.
Alla conferenza stampa era presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni.