Il prodotto interno lordo dell’Emilia Romagna crescera’ a fine 2005 dello 0,5%: un risultato modesto ma che pone in ogni caso la regione al primo posto in Italia per crescita economica, insieme al Friuli Venezia Giulia.

E’ quanto si evince dal Rapporto di Unioncamere Emilia-Romagna sullo stato dell’economia regionale, presentato oggi a Bologna nel corso di un convegno al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente regionale di Confindustria Anna Maria Artoni, il presidente di Unioncamere regionale Andrea Zanlari e il presidente dell’Istituto Tagliacarne e della Camera di Commercio di Bologna, Gian Carlo Sangalli.


Per il 2006, nel Rapporto si prevede una ulteriore fase di moderata crescita del Pil, tendenza che dovrebbe protrarsi anche nei due anni successivi senza tuttavia raggiungere ancora la soglia del 12 per cento. Dunque, una fase di sostanziale stazionarieta’ che – come ha rilevato il segretario generale di Unioncamere Emilia Romagna, Ugo Girardi – permane dal 2001.
Tra le note positive, il moderato aumento dell’occupazione (+1,1%) e l’andamento delle esportazioni, cresciute nei primi nove mesi del 2005 del 7,4 per cento (contro un dato nazionale di crescita del 3,5%).


L’inflazione appare stabile: e’ cresciuta meno che nel resto d’Italia e, nella citta’-campione di Bologna, e’ al di sotto della soglia del 2%.
Tra gli elementi negativi, il calo dell’1,3% nella produzione industriale registrata nei primi nove mesi dell’anno, e la contrazione del volume di affari dell’industria delle costruzioni (-0,9%). In calo anche le vendite nel commercio, scese dell’ 0,5%, con riflessi negativi soprattutto sulla piccola e media distribuzione. Qualche difficolta’ infine nell’artigianato manifatturiero.